Copertina 7

Info

Anno di uscita:2021
Durata:34 min.
Etichetta:Argonauta Records

Tracklist

  1. 1K RIFFS MAN
  2. ICE FROM THE SKY
  3. SLAVE NO MORE
  4. SKULL MOUNTAIN
  5. AT THE BOTTOM OF THE COSMIC TRENCH
  6. SEVENTH SUN OF THE SEVENTH SUN
  7. GRABOID

Line up

  • Guido Ruchini: vocals, guitar
  • Erik Cementi: guitar
  • Stefano Righele: bass
  • Marco Geimi: drums

Voto medio utenti

Gli italiani Jena avevano esordito nel 2015 per Go Down con "Womandile" (l'ibrido donna-coccodrillo), disco che li aveva portati all'attenzione dell'underground heavy stoner/metal. Successivamente la band ha alternato frenetica attività live con una serie di problemi personali e modifiche di line-up, facendo un pò perdere le proprie tracce. Adesso c'è il ritorno sulla scena, con nuovo album ("Graboid") e nuova etichetta (Argonauta).
Sound roccioso, massiccio, carico di groove muscolare e rabbia sotterranea, decisamente ed apertamente orientato verso lo stile di capostipiti come Corrosion of Conformity, Down, Fu Manchu. Si percepisce l'intenzione di picchiare sodo senza fare prigionieri, di lasciarsi il passato alle spalle grazie ad un ritrovato entusiasmo viscerale, producendo un'approccio molto metallico ma con forti venature southern-stoner.
Lo notiamo subito con la botta feroce di "1K riffs man", pezzo che veicola echi dei Pantera rivisitati in chiave stoner-metal. Il ritmo è convulso, il tonnellaggio minaccioso e le vocals ruvide di Guido Ruchini aggiungono quel tocco da "outlaw" sotto alla Mason-Dixon line.
Più COC-oriented la seguente "Ice from the sky" che coniuga il passo terremotante con linee vocali dalle sottili venature bluesy, mentre le torve e massicce "Slave no more" e "Skull mountain" sono bordate heavy senza compromessi con un rertrogusto che riconduce alle bands di Phil Anselmo.
Il quartetto si mostra compatto e conciso, punta tutto sull'impatto metal-stoner più epidermico e rabbioso, concedendo comunque spazio a ganci melodici di livello discreto.
Incontriamo anche un paio di variazioni sul tema: la lunga "At the bottom of the cosmic trench" evidenzia una indole più arcigna e cupa, una sorta di cavalcata doom-southern molto pesante alla maniera dei Crowbar con qualche eco narcotico tipo Electric Wizard, invece "Graboid" ha il tiro spedito e groove-rock Motorheadiano che stimola il desiderio di sano headbanging sotto il palco. Una ritmica tambureggiante e le vocals con urgenza punk confluiscono in un brano tutto passione e sudore.

Il lavoro degli Jena veicola grinta ed entusiasmo, quasi a volersi rilanciare con rinnovato impeto. Certamente l'ispirazione alla base delle canzoni è ben nota, ma la rocciosità e l'energia travolgente compensano i richiami derivativi. Generosi ed onesti esecutori, che prossimamente potrebbero fare ancora meglio.

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