Сивый Яр - Золотые Нити / Golden Threads

Copertina 7

Info

Anno di uscita:2022
Durata:36 min.
Etichetta:Avantgarde Music

Tracklist

  1. A VOICE SUNG SOFTLY ACROSS THE FIELDS
  2. HEAR MY VOICE IN THE SPRING BREEZE
  3. RUSALIA
  4. THROUGH THE FOG THE VILLAGES BLACKEN
  5. JUICE OF THE BITTER ROOTS SWEETENS TO HONEY IN THE CEREAL FIELDS
  6. FOOTSTEPS SHIMMER SILVER IN THE DEW

Line up

  • Vladimir: everything

Voto medio utenti

Nella vasta discografia dell'artista russo Sivyj Yar, "Golden Threads" è sicuramente l'uscita più insolita visto che abbandona i lidi black metal cari al master mind Vladimir per abbracciare sonorità di stampo neo folk che il Nostro definisce "neo-medieval nocturnes".
L'album, dedicato a Yuri Mirolyubov, lo scopritore del misterioso Libro di Veles, probabilmente la principale influenza sulla Rinascita del paganesimo dell'Europa orientale, ci offre un suono arioso, dolce e introspettivo, incentrato sull'uso del Gusli, un antico strumento a corda slavo, molto comune in Russia, capace di creare questa particolare atmosfera di serenità e purezza che si respira lungo tutti i sei brani, rigorosamente strumentali, che compongono "Golden Threads", rendendone l'ascolto un'esperienza appagante e, certamente, molto privata.
Sivyj Yar non è il primo artista estremo che si dedica a sonorità di matrice puramente folk, mettendo in evidenza, dunque, il forte legame tra due generi solo apparentemente distanti, e probabilmente non sarà nemmeno l'ultimo visto il buonissimo risultato di lavori come questo, lavori capaci di colpirti l'animo e di riconciliarti con la Natura facendoti dimenticare le assurde brutture che noi esseri umani, stolti e ubriachi di pressappochismo, siamo disposti ad accettare da una società che sta andando, sempre più velocemente, verso l'oblio e l'autodistruzione.
Fortunatamente, pur se in una dimensione molto "piccola", "Golden Threads", con le sue melodie antiche e familiari, con il suo sapore europeo non macchiato da altre culture troppo diverse dalla nostra, e con la sua musica ricca di sentimento e dolcezza, ci ricorda che, in fondo, il bello esiste ancora e si trova proprio dove abbiamo smesso di cercarlo.
Album da ascoltare con la persona amata, di notte, sorseggiando un buon bicchiere di vino e lasciando perdere la vile mediocrità collettiva che ci sta attorno.
Recensione a cura di Beppe 'dopecity' Caldarone

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