Copertina 6,5

Info

Genere:Heavy Metal
Anno di uscita:2022
Durata:53 min.
Etichetta:Rafchild Records

Tracklist

  1. BROTHERS IN SPEED
  2. DOORS ARE LOCKED NOW
  3. BY MY HAND
  4. BASTET
  5. HERE'S CONTROL
  6. CHAPEL OF STEEL
  7. HOTTER THAN HELLFIRE
  8. OUT OF ASHES
  9. NO PRIDE
  10. NAIL YOUR PROPHET (CD BONUS TRACK)

Line up

  • Johannes Korda: vocals
  • Stefan Dziallas: guitars
  • Cole Stabler: guitars
  • Frank Prilipp: bass
  • Michael Zerrath: drums

Voto medio utenti

Attivi dal 2010, i Powertryp hanno alle spalle un MLP ("Endless Power", 2015) e solo ora esordiscono sulla lunga distanza grazie alla Rafchild Records, recuperando cinque brani su sei dal già citato "Endless Power" e soprattutto tenendo fede ai propri natali, con "Midnight Marauder" che è sicuramente un omaggio all'Heavy Metal teutonico, ma non solo.

Musicalmente e liricamente, come ben esemplifica l'opener "Brothers in Speed", i Powertryp portano sulle loro spalle l'eredità di gruppi che hanno bazzicato l'underground germanico come Unrest, Sacred Gate, Pettypew o Destillery, anche se poi già della seguente "Doors Are Locked Now" fanno capolino influenze riconducibili ai Metal Church e comunque allo US Power più in generale. Questo è anche un brano dove si inizia a rilevare qualche difficoltà da parte di Johannes Korda quando deve salire di tono, e a proposito, va segnalato come lo stesso Korda abbia collaborato dal vivo con gli Atlantean Kodex, e sia anche presente su un paio di loro live album. Non è quindi un caso che il passo lento e cadenzato di "By My Hand" sia quello che permette ai Powertryp e soprattutto al loro cantante di esprimersi al meglio. Ad ogni modo, i nostri cinque musicisti se la cavano discretamente anche nei fraseggi veloci di "Bastet" e di "Pride" o in quelli ritmati di "Here's Control" e "Chapel of Steel", dove coniugano influenze maideniane al Power&Speed made in USA. Con "Hotter than Hellfire" i Powertryp si spingono poi praticamente ai confini con il Thrash Metal (dalle parti dei Metallica), ma i risultati più rilevanti li ottengono grazie a "Out of Ashes", dove una lunga introduzione strumentale cattura l'ascoltatore e lo porta sino al cospetto di un Korda finalmente ispirato, tanto quanto lo sono le chitarre di Stefan Dziallas e Cole Stabler che marchiano a fuoco l'episodio più rappresentativo di tutto questo "Midnight Marauder".

Onesti e sinceri mestieranti, e in alcuni passaggi ("By My Hand", "Bastet" e "Out of Ashes") anche godibili, ma ancora lontani da poter fare la differenza.


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Recensione a cura di Sergio 'Ermo' Rapetti

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