Copertina 7

Info

Anno di uscita:2022
Durata:53 min.
Etichetta:Pride & Joy Music

Tracklist

  1. EMERGENCY
  2. EVANGELINE
  3. LOVE IS A FIGHTER
  4. NIGHTINGALE
  5. NEVER SAY DIE
  6. HEAVEN CAN WAIT
  7. ANGEL OF DANGER
  8. HIGH ON LOVE
  9. CROWDPLEASER
  10. DON’T WANNA
  11. DAMAGED GOODS

Line up

  • Mikael Erlandsson: vocals
  • Pontus Akesson: guitars
  • Claes Andreasson: keyboards
  • Magnus Rosen: bass
  • Robban Beck: drums
  • Jona T.: keyboard solo on “Emergency”,
  • Dölen: rhythm guitar on “High On Love”
  • Martin Olsson: bass on "Angel Of Danger", "Evangeline", "Love Is A Fighter", "Nightingale"
  • Anna-Mia Bonde: background vocals on “Emergency”
  • Rasmus Ehrnborn: guitar on ” Don’t Wanna ”
  • Roberth Nygren: acoustic guitar on “Heaven Can Wait”

Voto medio utenti

Con una cover non troppo dissimile da quella di “Hungry for a game” (a proposito, se non lo conoscete, vi consiglio di recuperarlo …) degli Skagarack, arriva “Zenith” degli Autumn’s Child di Mikael Erlandsson, e si colloca esattamente tra il precedente “Angel’s gate” e il primo albo eponimo della band.
Una terza incisione in cui ancora una volta la scuola dell’hard melodico scandinavo opera un’intrigante fusione con la tradizione angloamericana del settore, incrementando, se vogliamo, di un pizzico la varietà espressiva, andando potenzialmente ad accontentare un numero maggiore di rockofili.
Un ampliamento adottato con sufficiente misura e buongusto, all’interno però di un songwriting non proprio “scoppiettante”, al servizio di musicisti di notevole spessore tecnico.
Gli Autumn’s Child dimostrano, così, di essere in grado di disimpegnarsi con una certa disinvoltura tra le enfatiche scorie metalliche di “Emergency”, le atmosfere celtiche di "Nightingale” e l’hard più viscerale di “Croudpleaser” e “Don’t wanna”, rendendo l’ascolto oltremodo piacevole, pur senza stimolare quell’esaltazione che distingue un buon disco da un grande disco.
Sensazione confermata dalla vaporosa “Evangeline” e dalla pulsante “Love is a fighter” (qualcosa tra Michael Sembello e Bryan Adams), mentre la magniloquente e accattivante “Never say die” (che mixa Europe, Glory e Van Halen) riserva qualche supplementare guizzo emozionale, al pari della ballata "Heaven can wait” (illuminata dall’interpretazione di Erlandsson), dalla Bon Jovi-esca "Angel of danger” (alimentata da un vischioso refrain e dall’ottimo lavoro di Pontus Akesson) e da una "High on love” che piace per il felice tocco pop inserito in un contesto melodico di pregevole fattura.
I malinconici chiaroscuri Cheap Trick-iani di “Damaged goods”, infine, contribuiscono a far pendere il piatto della bilancia verso una valutazione complessiva dell’opera ampiamente favorevole, convinti allo stesso tempo che da artisti di questo calibro si possa e si debba “pretendere” una forma d’ispirazione ancora più intensa ed efficace.
Recensione a cura di Marco Aimasso

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