Copertina 8

Info

Anno di uscita:2002
Durata:48 min.
Etichetta:Burning Heart
Distribuzione:Self

Tracklist

  1. BIG STRONG BASS
  2. OLD BASS PLAYER
  3. SPHINCTER ANI
  4. ALARMA
  5. LOST CREW
  6. TEETH OUT
  7. BREATHING DUST
  8. MR. MARSHALL
  9. SEVEN
  10. MURDER KINGS AND KILLER QUEENS
  11. KOLLAPSE

Line up

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L’immagine di un aereo che cade ed un titolo, “Kollapse”, che potrebbe indurre ad immaginare quanto la nuove canzoni del quinto disco dei Breach siano state influenzate dalla catastrofe dell’11 Settembre anche se è vero che il gruppo svedese non è mai stato dedito a musica spensierata, questo è certo, lo testimoniano gli esordi hardcore e “Venom” ultimo monumentale capitolo della loro discografia immerso nel magma noise postmetallico.
Ma che questa band si trasformasse così radicalmente non era davvero facile da immaginare, almeno dall’aspetto che prendono nelle canzoni dell’album.
Schizoide, questo è l’aggettivo che meglio descrive il nuovo corso intrapreso in un lavoro che su undici tracce presenta pochi episodi legati al vecchio corso e di cui citiare sicuramente “Murder kings and killer queens” e “old bass player”, brani di vibranti noise hardcore metallico vicini alle sfuriate che si erano amate in “Venom”.
Ciò che desta maggiore meraviglia è come i Breach abbiano reinventato il proprio sound facendo emergere una impronta sonora vicina per spirito a Jesus Lizard e Girls vs boys offrendo un indie rock violento ed allucinato che ispira “Lost crew” e “Breating dust”, due brani che pongono i Breach tra i performer più originali della scena rock attuale, magnetici e geniali per certi aspetti.
Un disco che propone scenari diversi dunque ma non solo quello poc’anzi descritto: più importanti ed innovativi sembrano essere i pezzi strumentali che costituiscono l’ossatura del disco in cui i Breach offrono una forma musicale legata ad improvvisazioni e linee melodiche narcotizzanti e tesa alla pura ricerca sonora, una svolta post rock assolutamente personale che regala gemme nell’iniziale “Big strong boss” ed in “Kollapse”.
Siamo a Gennaio ma “Kollapse” si può già inserire tra i dischi fondamentali del 2002.
Recensione a cura di Emanuele Rossi

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