Copertina 6,5

Info

Genere:Heavy Metal
Anno di uscita:2021
Durata:38 min.
Etichetta:Rockshots Records

Tracklist

  1. CIRCUS OF FATE
  2. INDIFFERENT PEOPLE
  3. THE PRETENDER
  4. JUST FOR A LITTLE
  5. SIGN OF REBELLION
  6. THE EDGE OF DESTINY
  7. BE FREE
  8. DEPRESSION
  9. BECAUSE WE FLY

Line up

  • Stelios Papakostas: vocals
  • Elias Tsintzilonis: guitars
  • Nikos Tsintzilonis: drums

Voto medio utenti

I Thirty Fates sono nati dalle ceneri dei Black Fate, nei quali hanno, infatti, militato tutti e tre i musicisti coinvolti. Praticamente da sempre il batterista Nikos Tsintzilonis e giusto qualche anno in meno suo fratello Elias (chitarrista), mentre il cantante Stelios Papakostas aveva cantato solo sull'esordio "Uncover" (2002), per poi dedicarsi a progetti in campo Pop.
Diciamo pure che i tre hanno fatto una rimpatriata e già che c'erano hanno tagliato i ponti con il passato, sia da quello del già citato "Uncover" sia da quello più recente, che li vedeva alle prese con un Power Metal dai drappeggi prima Progressive e poi Sinfonici, che via via si era avvicinato ai Conception e soprattutto ai Kamelot.

Con una tracklist che vede il recupero di vecchi pezzi dei Black Fate rimasti inediti o presenti solo su dei demo, con "Circus Black" siamo tuttavia lontani dalle atmosfere di "Between Visions & Lies" (2014) o di "Ithaca" (2020). Addirittura all'avvio del disco sembrerebbe quasi di trovarsi di fronte a un brano di Tom Waits, ma si tratta solo di una breve intro, e la prima vera canzone è "Indifferent People", dove ritroviamo i Thirty Fates alle prese con un Hard & Heavy Metal che vuol essere melodico e graffiante, con svariati spunti e pensate che risultano però mal assemblate, e non riscuote nemmeno troppo successo la prova vocale di Stelios Papakostas, qui un po' forzata. Stessa sensazione che emerge da "The Pretender", mentre le cose vanno meglio sulla scattante e ammiccante "Just for a Little", per quanto Papakostas non riesca ancora a convincere, nemmeno nei passaggi più melodici di "The Edge of Destiny". Su "Be Free" arriva anche Ripper Owens con i suoi acuti a contribuire all'episodio più Heavy del disco, aperto e chiuso con dei sample, espediente che, a dire il vero, ritroviamo spesso nel corso del disco. "Depression" mostra un approccio più lineare e rende merito all'impegno dei tre musicisti greci, che fanno anche di meglio nella power ballad conclusiva, "Because We Fly", ben tratteggiata dalla chitarra di Elias Tsintzilonis e dal drumming di Nikos e, finalmente, anche da una bella interpretazione di Papakostas.

Non era certo semplice andare recuperare canzoni che risalgono anche a più di trent'anni fa e poi pensare di realizzare un disco fresco e moderno. I Thirty Fates ci hanno provato ma con risultati altalenanti.



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Recensione a cura di Sergio 'Ermo' Rapetti

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