Copertina 6,5

Info

Anno di uscita:2021
Durata:30 min.
Etichetta:Nova Era Records

Tracklist

  1. THE DEAD CITY
  2. GOOD GUY
  3. WINE OF LUST
  4. FOLLOW YOUR GOD
  5. MEMORIES
  6. I WANT EVERYTHING
  7. THE MOUNTAIN GHOST
  8. DIDDLING

Line up

  • Hirpus: guitar, vocals
  • Flarvula: guitar
  • Milkman: bass
  • Hector: drums

Voto medio utenti

A circa sette anni dall'esordio autoprodotto "Humanity through the madness" tornano i molisani Frustration, con il secondo capitolo discografico "The dead city" questa volta pubblicato da Nova Era Records.
Meno convulso ed estremo rispetto al passato, il gruppo di Campobasso prosegue nella propria linea di contaminazione tra generi per creare un sound aggressivo, testosteronico, che unisca la rabbia metallica, l'urgenza punk ed un tocco di stordimento stoner-doom. Ricerca sonora ambiziosa, che sovente rischia di sfociare in un patchwork stilistico confuso e poco coeso.
Non è il caso dei nostri connazionali, che riescono a gestire tutto con proprietà strumentale, impegno ed attitudine. Nella pratica la band non azzarda cose troppo complesse, badando a mantenere il controllo su un tiro molto heavy, diretto e rugginoso.
Una ruvidezza di fondo, di matrice Motor-Venomiana, si percepisce fin dall'inizio del lavoro, anche se la title-track evidenzia un groove saturo e battente che profuma di ultima ondata stoner. Così come accade per le cadenzate e torve "Follow your God" e "Memories", degli up-tempo rocciosi e urticanti che mi ricordano gente come Geezer, Gozu o Lo-Pan.
Più articolati brani come "Wine of lust" e "The mountain ghost", dal retrogusto Mastodoniano, con tonalità molto metalliche e gran lavoro di drumming. Buona potenza, buona pesantezza, senza mai scivolare nel troppo grezzo e caotico. Meno violenza brutale, ma più maturità e controllo.
In generale convincono meno le linee vocali, che mostrano grinta e ruvidezza ma tendono a risultare un pò ripetitive.
In chiusura c'è anche lo spazio per una bonus-track ("Diddling") ispirata palesemente allo speed-punk genere S.O.D, M.O.D, D.R.I e compagnia. Esperimento che si distacca nettamente dal resto del lavoro.

Una prova dignitosa per la formazione nostrana, non clamorosa ma senza dubbio frutto di vera passione per la musica heavy meno canonica e codificata.

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