Copertina 7

Info

Genere:Power Metal
Anno di uscita:2021
Durata:46 min.
Etichetta:WormHoleDeath

Tracklist

  1. PLAYING WITH FIRE
  2. DEATH WISH
  3. HOLY GRAIL
  4. SHADOWLAND
  5. REBORN IMMORTAL
  6. MY FREEDOM
  7. OF DWARVES AND MEN
  8. MEMENTO MORI
  9. CITY ON FIRE
  10. THEATER OF TRAGEDY

Line up

  • Emil Minott: bass
  • Horacio Paris Kofoed: drums
  • Andres Castro: guitars
  • Cristian Jiménez: guitars
  • Anton Darusso: vocals

Voto medio utenti

Memento Mori
...ossia...”Ricordati che devi morire!

Al che, mi verrebbe istintivamente da replicare: “Si, mo’ me lo segno!” parafrasando la geniale risposta data dal grande Massimo Troisi, nell’indimenticabile scena del film “Non ci resta che piangere!” (che mi auguro voi tutti conosciate), al monaco quattrocentesco che gli intimava ripetutamente la suddetta minacciosa frase, il cui scopo, era verosimilmente quello di realizzare l'astuta vendita delle indulgenze, subdola strategia adottata dalla chiesa medievale:



Perdonate la divagazione ma, fatto sta che, varrebbe la pena di segnarselo davvero, il titolo del nuovo disco dei costaricani Wings Of Destiny che, con Memento Mori per l’appunto, giungono all’invidiabile traguardo del sesto album in studio in altrettanti anni di attività (il debut risale appena al 2015!), anche se, a dire il vero, il power propostoci dai nostri oggi, appare nettamente diverso rispetto a quello degli esordi.

Capitanata sempre dal bravo chitarrista Cristian Jimenez e dall’eclettico vocalist Anton Darusso, la band sembra, con quest’ultima fatica discografica, aver abbandonato definitivamente l’epicità dei primi lavori, a favore di un sound più cupo ed asciutto in cui, sin dall’iniziale Playing With Fire, a prevalere sono delle atmosfere decisamente plumbee (in alcuni frangenti quasi apocalittiche), costruite con riffs e assoli particolarmente curati ed aggressivi.
Tuttavia, il distacco dal passato, viene saggiamente reso meno traumatico dall’abbondante presenza di elementi neoclassici, di cui è infarcito l’intero lavoro, a tal proposito spiccano particolarmente l’elaborata title-track e l’avvincente Holy Grail, dalle fortissime tinte malmsteeniane; eppure anche in questi episodi, ciò che risalta maggiormente, è l’indurimento del suono che, alla lunga, risulta indubbiamente convincente ed il merito è da individuare, sia nella cura maniacale delle linee melodiche, sia nelle doti tecniche dei due chitarristi Cristian Jimenez e Andreas Castro, ambedue autori di interessanti fraseggi di qualità.
La sezione ritmica poi, a cura del duo formato da Emil Minott (basso) e Horacio Patricio Kofoed (batteria), non mostra mai segni di cedimento e raggiunge il suo massimo splendore nella potente e veloce Of Dwarves And Men (non inganni il titolo visto che, anche qui, di epico c’è poco o nulla), mentre si fa a tratti irregolare in occasione di quei brani più articolati, come Reborn Immortal, City On Fire o nella conclusiva Theater Of Tragedy. Quest’ultimo é probabilmente l’unico pezzo dell’intero album a rappresentare un elemento di continuità con il passato sinfonico della band, non foss’altro per la presenza di cori maestosi e melodie dal vago sapore rhapsodyano.

Insomma, a conti fatti, Memento Mori è un disco che funziona dall’inizio alla fine, merito anzitutto di una durata ottimale (46 minuti) e quindi per nulla breve o, al contrario, prolisso, inoltre le varie tracce sono ben costruite e si amalgamano in maniera armonica tra loro, senza mai stancare e, sebbene come già detto lo stile della band abbia virato verso lande decisamente più oscure rispetto al proprio tradizionale marchio di fabbrica, i Wings Of Destiny, riescono nell’ardua impresa di combinare questo nuovo sound più corposo, con delle scelte melodiche azzeccate e pregne di emozioni, che non vengono mai messe in secondo piano rispetto alla sostanza o alla tecnica, riuscendo cosi a lasciare definitivamente il segno!




Recensione a cura di Ettore Familiari

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