Dixie Goat - There's No Light Without Darkness

Copertina 6,5

Info

Anno di uscita:2021
Durata:31 min.
Etichetta:Electric Valley Records

Tracklist

  1. THERE'S NO LIGHT WITHOUT DARKNESS
  2. DANCIN' ON YOUR GRAVE
  3. TWO FACES
  4. WIDOW'S TEAR
  5. GREEN KARMA
  6. ZUMA
  7. SUPERSHIT
  8. FROM ONE HELL TO ANOTHER

Line up

  • Nikk: guitar, vocals
  • KF: bass
  • Seb: drums

Voto medio utenti

I cileni Dixie Goat si sono scelti un nome che richiama più il sud degli States che il sudamerica. Ed è coerente con lo stile che propongono, un southern-stoner-doom che ricorda principalmente i Corrosion of Conformity. Possiamo aggiungere i Down di "Nola" tra le influenze del trio di Santiago, ma l'impronta di Keenan e soci risulta senza dubbio preponderante.
Nulla di male, i COC sono un gran gruppo, però nel presente lavoro la sensazione di un sound un poco derivativo emerge costantemente.
Il trio non ama dilungarsi troppo, predilige brani semplici, brevi e immediati. Soltanto la conclusiva "From one hell to another" si sviluppa nell'arco di sei minuti, con una prima parte molto doom-bluesy ed una seconda che è un evidente omaggio ai Black Sabbath (il riff pare clonato). Buona l'atmosfera tesa e notturna, la voce alcolica di Nikk che aggiunge un tocco fangoso, il basso profondo e pulsante di KF. Forse il brano più personale ed intenso del lavoro (a parte il finale), che esplica al meglio la componente doom di questa band.
Leggermente differenti i toni sludge e metallici della title-track, un mattone quasi interamente strumentale (c'è solo un breve intervento vocale narrato) assai torvo e cupo, giocato sull'insistenza del riff e sulla muscolarità delle ritmiche. Invece pezzi come "Dancin' on your grave", "Widow's tear" o "Zuma", seguono lo stile di un "Wiseblood": heavy rock mid o slow tempo, robusti e densi, screziati da pennellate bluesy, southern o doomy.
In qualche caso diventa prevalente l'elemento stoner, vedi "Green karma" e "Supershit", dove il ritmo è più galoppante e vengono in mente nomi come Melvins o Orange Goblin. In particolare la seconda possiede un tocco grezzo e sporco da killer-song che esula dal resto del materiale ma è assolutamente efficace.
Mezz'ora di musica dignitosa per i Dixie Goat, con qualche picco ed altrettante perplessità. Al momento si possono considerare dei discreti esecutori del genere, ma per diventare brillanti hanno bisogno di crescere in fatto di personalità ed autonomia creativa.

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