Copertina 8,5

Info

Anno di uscita:2021
Durata:46 min.
Etichetta:Relapse Records

Tracklist

  1. OGENTROOST
  2. DE DOOD IN BLOEI
  3. DE EVENMENS
  4. HET GLOREN
  5. VOOR IMMER

Line up

  • Mathieu J. Vandekerckhove: guitars
  • Colin H. Van Eeckhout: vocals
  • Bjorn J. Lebon: drums
  • Lennart Bossu: guitars
  • Tim De Gieter: bass
  • Caro Tanghe: vocals (female)

Voto medio utenti

Sono passati quattro anni dal monumentale "Mass VI", il disco che ha definitivamente consacrato i belgi Amenra tra i giganti del panorama post metal attuale, status certificato anche dal passaggio del gruppo nel roster della rinomata Relapse Records, vera e propria istituzione per quanto riguarda il metal estremo e sperimentale: questo "De Doorn" rappresenta quindi la prima fatica ad uscire sotto l'egida della potente etichetta e fortunatamente per i fan della band di tratta di una conferma dello stato di grazia che la band sta attraversando in termini compositivi. La cosa non era affatto scontata, perchè umanamente era difficile raggiungere i picchi qualitativi che gli Amenra hanno espresso con il precedente disco, che il sottoscritto annovera senza indugi tra le uscite che hanno marchiato indelebilmente lo scorso decennio, eppure possiamo affermare che "De Doorn" se non eguaglia il suo illustre predecessore ci fa maledettamente vicino. A livello di sonorità questo nuovo disco si pone in perfetta continuità con la produzione passata targata Amenra e ripropone senza grossi stravolgimenti il trademark tipico del gruppo, che ha basato la sua fortuna su un post metal dai tratti cupi e disperati: le chitarre sanno proporre momenti di intima sofferenza, tra accordi, arpeggi e melodie struggenti e di rara bellezza, che poi esplodono in un climax fatto di distorsioni elettriche ed echi post-hardcore che mettono a nudo l'anima lacerata degli Amenra. Non possiamo poi fare a meno di citare tra gli elementi distintivi del gruppo le vocals di Colin H. Van Eeckhout, istrionico cantante che riesce non solo ad assecondare i vari mood che i brani attraverso nell'arco della loro durata ma anche a rendere ancora più emozionanti ed incisivi i pezzi con il suo scream disperato e dai tratti quasi black metal, senza per questo dimenticare di sottolineare i passaggi più intimi e sofferti con una voce pulita che tesse linee melodiche intrise di tristezza e sofferenza, che a volte con l'uso sapiente della voce femminile di Caro Tanghe rendono ancora meglio. I cinque brani di "De Doorn" sono tutti caratterizzati da una durata abbastanza elevata, durante la quale la band fonde in maniera magistrale sludge, post-metal e post-hardcore senza dimenticare l'aspetto melodico della propria musica, capace di passare da momenti rarefatti e di intensa intimità a muri impenetrabili di chitarra e basso. Difficile scegliere quale sia il brano migliore del lotto, al di là della coerenza stilistica che accomune i pezzi di "De Doorn", tutte le canzoni sono estremamente ispirate e non lasciano mai spazio alla noia: impossibile rimanere indifferenti di fronte a "Vor Immer" che dopo un incipit lento dominato da una chitarra pulita, voce femminile e clean vocals esplode letteralmente rilasciando una colata di spleen esistenziale in un crescendo emotivo davvero vibrante; e come tralasciare "De Evenmens" con la sua melodia glaciale che lascia spazio a un ritornello dove la bravura interpretativa di Van Eeckhout raggiunge il suo apice, oppure "De Dood In Bloei" dove gli Amenra dismettono temporaneamente la componente elettrica del proprio sound per proporre un brano quasi ambient dominato dalle tastiere e dalla voce della Tanghe?
In definitiva quindi possiamo dirci molto soddisfatti di "De Doorn", che si segnala come una delle uscite di maggior rilievo e qualità per quanto riguarda il 2021 e che conferma gli Amenra come una delle band più valide ed interessanti della scena.

Recensione a cura di Michele ’Coroner’ Segata

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Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 26 giu 2021 alle 19:17

Gran bella rece Cory, per un album fantastio ! e il portafogli piange ancora ...

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