Copertina 6,5

Info

Anno di uscita:2021
Durata:32 min.

Tracklist

  1. GO RAWTISTIC
  2. THRASHER'S ENDURANCE
  3. YOU'LL GET WHAT'S COMING
  4. STAY METAL
  5. B.Y.H.A.S.T.F.U.
  6. SULTANS OF SWING (DIRE STRAITS COVER)

Line up

  • Keith Hechinger: vocals, guitars
  • Naim Kirk Ibrahim: bass, vocals
  • Rory O’Donnell: drums, vocals

Voto medio utenti

I Rawtism si formano a Melbourne appena due anni fa. Si danno subito da fare pubblicando tre singoli, disponibili solo in forma digitale. Non contenti, continuano su questa falsa riga, pubblicando autonomamente, in tarda primavera, e di nuovo solo in digital download, il loro primo full length, della cui promozione si occuperà la Black Roos Entertainment.

Ci troviamo di fronte ad un thrashcore cazzonissimo, sulla falsa riga dei mitici S.O.D., e più in particolare della loro costola M.O.D., e le similitudini con le band di Billy Milano non finiscono qui, in quanto è proprio a lui che si ispira il singer Keith Hechinger. Goliardia a profusione, quindi, e un approccio molto easy e disimpegnato, il che rende l’ascolto dell’album ancora più godibile, grazie anche a testi decisamente sull’idiota andante (vedasi “B.Y.H.A.S.T.F.U”, acronimo di “Bang your head and shut the fuck up” e titolo anche del primo singolo pubblicato nel 2020).

Il disco contiene sei brani per una durata di poco più di mezzora. In realtà, trattandosi di thrashcore, avrei preferito un numero maggiore di brani ma più corti, invece il minutaggio medio delle song si assesta sui sei minuti, e questo penalizza leggermente il risultato finale, perché essendo un genere che punta più sull’impatto nudo e crudo che sulla complessità dei brani, l’ascolto ne risente un po’.

Nutro forti dubbi sul fatto che “Raw and off its head” possa lasciare una traccia importante nel panorama thrash/thrashcore, in quanto la band deve ancora maturare sotto parecchi punti di vista. E non basta la simpatica e stralunata cover del mega classico dei Dire Straits “Sultans of swing” a risollevare le sorti di un album sì simpatico, ma certamente non epocale. Ciononostante lo consiglio caldamente ai thrash maniacs più incalliti e intransigenti.
Recensione a cura di Roberto Alfieri

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