Copertina 6,5

Info

Genere:Heavy Metal
Anno di uscita:2021
Durata:48 min.
Etichetta:Frontiers Music

Tracklist

  1. LIFE
  2. TAKE ME AWAY
  3. BETTER END
  4. NO TOMORROWS
  5. BORN TO WIN
  6. EVIL AND DIVINE
  7. BEEN SAID AND DONE
  8. STRONGER THAN BEFORE
  9. STORY OF THE BLIND
  10. WORLD GONE WRONG
  11. THEY FOUGHT

Line up

  • Tracii Guns: guitars
  • Michael Sweet: vocals
  • Adam Hamilton: drums
  • Mitch Davis: bass
  • Johnny Martin: bass on “They Fought”

Voto medio utenti

Il diavolo e l’acqua santa” … lo so che non è un modo molto originale per introdurre la singolare collaborazione tra Tracii Guns (L.A. Guns, Brides of Destruction, …) e Michael Sweet (Stryper), ma in fondo hanno incominciato loro non impegnarsi molto per evitare la “banalità”, intitolando il frutto di tale sodalizio “Evil and divine”.
Maggiormente sorprendente, per certi versi, è scoprire che i Sunbomb, questa la denominazione collettiva scelta per il progetto, propongono una forma di heavy/doom assai “classico” e che questo è, stando alle sue dichiarazioni “promozionali”, il disco che Mr. Gunsavrebbe voluto fare quando aveva diciassette anni”.
A voi decidere se l’affermazione può avere una valenza positiva o se invece è il “pericoloso” sintomo di un “nostalgico opportunismo”, per di più abbastanza spiazzante, visto lo stile musicale con cui il chitarrista ha poi raggiunto la popolarità.
Superate le valutazioni e le perplessità iniziali e arrivati al “nocciolo” della questione, diciamo che l’ascolto di “Evil and divine” si rivolge a chi continua a ritenere ancora oggi (e sono in molti …) Black Sabbath e Judas Priest due imprescindibili “difensori della fede” a cui rivolgersi con fiducia quando si vuole tentare di rievocare le gesta del vero e nobile “metallo pesante”.
Un suono “rassicurante” che i nostri interpretano con parecchia disinvoltura, e se questo poteva essere vagamente ipotizzabile per quanto riguarda l’ugola d’acciaio di Sweet, meno prevedibile è la scioltezza con cui la chitarra e il pennino di Tracii s’imbevono di fosca e spietata efferatezza sonica.
Con il supporto di Adam Hamilton (ex L.A. Guns) e Mitch Davis, il gruppo inaugura la sarabanda metallica con l’evocativa “Life”, per poi sprofondare nei gorghi del destino con “Take me away”, una “interrogazione” sulla materia Sabs piuttosto efficace.
A commemorare in maniera analoga i mitici Priest arriva “Better end”, frammento sonoro al calor bianco pilotato dal grido mefistofelico (oibò) di Sweet, mentre a “No tomorrows” è affidato il compito di aggiungere al crogiolo ispirativo gli Iron Maiden, così da non trascurare nemmeno il terzo vertice della “sacra trimurti” del british metal.
Le accelerazioni di “Born to win” e la furia della title-track, gradevoli e tuttavia non particolarmente coinvolgenti, lasciano il posto alla prima e unica pausa del programma, denominata “Been said and done” e anch’essa abbastanza epidermica negli effetti emotivi.
Andiamo meglio con le sinuose pulsazioni heavy-rock di “Stronger than before” e se “Story of the blind” è nuovamente un episodio che non lascia molte tracce del suo passaggio, in “World gone wrong” si torna a esplorare, con un incremento di melmosa ossessività, il lato oscuro del metallo e con “They fought” (a cui contribuisce Johnny Martin, l’attuale bassista degli L. A. Guns) i Sunbomb offrono un bel saggio di cosa solitamente s’intende per NWOBHM, tra Maiden, Judas e Saxon (ci sono pure loro!).
Ora, capire quanta “sincerità” e vera ispirazione ci sia tra questi solchi non è semplicissimo e volendo giudicare solo il risultato (“disturbato” anche da una resa sonora perfettibile), direi che “Evil and divine” è un discreto esempio di celebrazione della “storia” del genere, che alla fine incuriosisce più per l’inaspettata alleanza tra i due protagonisti dell’opera che non per i suoi contenuti.
Recensione a cura di Marco Aimasso

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