Copertina 7,5

Info

Genere:Heavy Metal
Anno di uscita:2021
Durata:51 min.
Etichetta:Pure Steel Records

Tracklist

  1. THE DREAMER
  2. ELUSIVE REALITY
  3. VARSEL
  4. TWILIGHT OF GODS
  5. TOO LATE
  6. COVENANT
  7. HIT THE WALL
  8. RUNAWAY
  9. YEAR OF JUDGEMENT

Line up

  • Torbjörn Andersson: vocals
  • Olof Geijer: guitars
  • Lars Andersson: bass
  • Jonas Windle: guitars
  • Stefan Viktorsson: drums

Voto medio utenti

L'album d'esordio degli Ironbourne suscita subito delle belle sensazioni, "The Dreamer" si avvia lenta e minacciosa con un quel pulsare sanguigno e all'insegna del più classico Heavy Metal. Infatti, all'apertura strumentale, con subito in evidenza il guitarwork di Olof Geijer e Jonas Windle, segue il vocione profondo di Torbjörn Andersson. E' invece il basso di un altro Andersson, Lars, a guidare le danze - inquietanti direi - di "Elusive Reality", brano che sembra preludere a un cupo episodio doomeggiante ma che poi si accende e si scuote, andando a guardare nelle pieghe della tradizione Hard&Heavy degli Eighties, con il due chitarristi che piazzano nuovamente dei bei fraseggi, anche in fase solista. E se "Varsel", seppur cantata in svedese può far pensare al repertorio di Ronnie James Dio (beh... la voce di Torbjörn Andersson non è però ai quei livelli), ecco che l'epicità di "Twilight of Gods" non può che richiamare quello più massiccio e tenebroso dei primi Manowar. Mi aspettavo che gli arpeggi della seguente "Too Late" fossero il preludio ad una esplosione epica o metallica, invece è la melodia a fare la parte del leone, lungo una ballad non particolarmente riuscita e che avrebbe potuto scrivere un Bruce Dickinson piuttosto frettoloso e poco ispirato. Le cose migliorano già con "Covenant" e poi con "Hit the Wall", altri due brani robusti e ottantiani, e se ritmicamente suonano un po' ripetitivi, bilanciano con interessanti spunti vocali e chitarristici. Per smuovere le acque gli Ironbourne piazzano poi una "Runaway" decisamente più dinamica (tanto da mandare un po' in affanno Torbjörn Andersson) ma con la coppia di axemen ancora una volta in grande spolvero. A chiudere l'album ecco infine l'ambiziosa "Year of Judgement", che nei suoi otto minuti abbondanti dà spazio a tutta l'ispirazione degli Ironbourne integrando anche qualche influenza Progressive e settantiana, e che soprattutto ci congeda lasciandosi alle spalle sensazioni più che positive.

Bella prima prova per questi cinque musicisti, non più di primo pelo, ma che si sono rimessi in gioco.



Metal.it
What else?
Recensione a cura di Sergio 'Ermo' Rapetti

Ultime opinioni dei lettori

Non è ancora stata scritta un'opinione per quest'album! Vuoi essere il primo?

Ultimi commenti dei lettori

Non è ancora stato scritto nessun commento per quest'album! Vuoi essere il primo?
Queste informazioni possono essere state inserite da utenti in maniera non controllata. Lo staff di Metal.it non si assume alcuna responsabilità riguardante la loro validità o correttezza.