Copertina 8

Info

Genere:Death Metal
Anno di uscita:2021
Durata:43 min.
Etichetta:Metal Blade Records

Tracklist

  1. BAPTIZED IN VIOLENCE
  2. LET THE HAMMERING BEGIN!
  3. MOTORDEATH
  4. ULTRA FAUST
  5. GLORIOUS HADES
  6. FULL METAL JUSTICE
  7. SCANDINAVIAN SATAN
  8. DEVOID OF LIGHT
  9. WE DRIFT ON
  10. BEYOND THE FRAIL

Line up

  • Magnus Olsfelt: bass
  • Marko Tervonen: guitars
  • Johan Lindstrand: vocals
  • Robin Sörqvist: guitars, backing vocals
  • Henrik Axelsson: drums

Voto medio utenti

Nel 2018, con grande soddisfazione, vi raccontavo del ritorno all'altezza del loro nome dei The Crown (agevolo collegamento a "Cobra Speed Venom") dopo anni di lavori quantomeno discutibili, specie per un fan di vecchia data come il sottoscritto.
Lo scorso anno, quando la band iniziava a parlare del nuovo disco, un sottile filo di timore mi cresceva dentro, specie dopo aver letto le parole del bassista Magnus Olsfelt:
"Ora siamo nel club dei grandi, ragazzi. Penso che in qualche modo sia il nostro coronamento del successo, e racchiude il suono di tutti gli album in un unico disco. Ha tutto: la roba death metal dei primi anni '90, le melodie inquietanti, il thrash, il punk, il grind, l'heavy metal e le cose più epiche e doomy"
E ancora:
"Ci siamo spinti al limite, cercando davvero di rendere tutto il migliore possibile, cercando di rendere ogni canzone il più efficace possibile. Nell'album ci sono alcune sorprese in serbo per i fan: abbiamo alcune delle cose più intense di sempre, come una canzone che dura circa un minuto, e abbiamo anche una ballad!"

Ecco, quando sento queste dichiarazioni il mio primo pensiero è:
"Ok ragazzo, prepara le mutande di ghisa".
Poi però il Graz mi manda il promo della Metal Blade Records della nuova fatica del gruppo "Royal Destroyer", io inizio a farlo suonare, e mentalmente chiedo perdono a Johan Lindstrand e compagni per aver dubitato di loro.
"Royal Destroyer", come anticipavo in un commento entusiasta sui social, tira via la vernice dai muri!
La brutale "Baptized in Fire", il famoso pezzo da poco più di un minuto, con il suo incedere a cavallo tra thrash e punk, dà il via al massacro sonoro che prosegue senza pietà con "Let the Hammering Begin!": e non è che l'inizio.
"Motordeath", un velato omaggio alla quasi omonima "Motorbreath" dei Metallica per l'assonanza di alcune strofe, mostra una band in gran forma che travolge con riff favolosi e pesantissimi, vocals abrasive e ritornelli anthemici che invogliano alla battaglia.

L'assalto non si placa nemmeno con la successiva, incalzante "Ultra Faust": ormai è chiaro che i nostri non hanno badato ai fronzoli, ai ghirigori stilistici, alle tematiche ricercate nelle liriche; come d'altra parte il titolo del disco lasciava presagire il demoniaco quintetto svedese vuole fare a pezzi tutto ciò che gli si presenta davanti.
"Glorious Hades" è il primo vero momento di rallentamento del platter, rallentamento che non toglie però nemmeno un grammo della pesantezza opprimente del pezzo.
I The Crown hanno integrato qualche elemento di death melodico in più al loro classico "Death and Thrash" senza sacrificare nulla della loro potenza, un'evoluzione degna dei più grandi.
"Full Metal Justice" e "Scandinavian Satan" proseguono nel solco tracciato dalla prima metà del full length mentre trovo che "Devoid of Light" sia l'unico episodio trascurabile sin qui ascoltato.
E veniamo a "We Drift On", la ballata di cui parlava Olsfelt; non aspettatevi "One" o "Forever" ma è comunque un pezzo più ragionato e con un alto tasso di cura per i dettagli melodici.
Il tutto -ovviamente- in salsa The Crown.
Chiude il disco il brano che, per liriche, armonizzazioni di chitarra e linee melodiche, mi ha più entusiasmato; parlo di "Beyond the Frail", una canzone di death melodico svedese che porta a scuola moltissimi gruppi specializzati da una vita nel genere.

"Royal Destroyer" è lo specchio di una band che è una micidiale macchina da guerra, con un vero e proprio mattatore nel drummer Henrik Axelsson che fornisce una prestazione mostruosa per precisione, potenza, fantasia e pulizia tecnica.
Avviso per le band che si sono insediate nel posto lasciato vacante dopo "Doomsday King": i The Crown sono definitivamente tornati!

The Crown - "Motordeath"

Recensione a cura di Alessandro Zaina

Ultime opinioni dei lettori

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Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 20 mar 2021 alle 03:02

Metto in lista che lo devo ancora ascoltare, dannazione!

Inserito il 13 mar 2021 alle 05:00

Ignoranti come un badile, spingono come un treno. Era quello che ci voleva. Bentornati!🤘

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