Secondo disco per i Sargatanas Reign, band di cinque svedesoni un po’ atipici. Atipici perché non si rifanno alla scuola swedish del death metal, almeno non in misura massiccia, preferendo ispirarsi alla scuola americana, Morbid Angel su tutti, o in subordine a quella polacca. Quindi è death metal groovy, intricato, non eccessivamente veloce, che gioca a strozzare la preda lentamente per poi dilaniarla.
I dieci pezzi che compongono questo “Bloodwork – Techniques Of Torture” hanno tutti una struttura compositiva abbastanza elaborata, laddove la tecnica strumentale non cede mai il passo, pur però riuscendo, la band, a non perdere l’impatto proprio del death metal.
Dopo il breve intro “Preface” la band sciorina quasi quaranta minuti di buonissimo death metal, ricco di assoli, già dall’iniziale title-track, e che trova i suoi punti più alti in pezzi come “Chaos Theory” pesantissima nel suo incedere a tratti pachidermico ma inarrestabile, “Hellnation” potrebbe essere considerata il bignami del death metal, c’è tutto quello che serve, comprese alcune linee di basso simil-jazzate e una melodia quasi aliena. Anche “Blood Katharsis” è un gran bel pezzo, soffocante come le spire di un boa-constrictor.
In definitiva una gran bel dischetto di death metal groovy e di buona qualità, ben suonato e ben prodotto, e con un’ottima varietà compositiva. Oggi ne escono pochi di dischetti così, c’è sempre chi vuol dimostrare di essere il più veloce, chi il più incazzato, chi il più brutale, perdendo di vista il risultato complessivo. Qui invece c’è una visione omnicomprensiva del death metal, dove tutto è al punto giusto e ha il suo momento di gloria. Bravi.
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