Copertina 5

Info

Anno di uscita:2020
Durata:41 min.
Etichetta:Helldprod Records

Tracklist

  1. MARCH OF DEATH
  2. ANGER
  3. HEADING TO THE COVEN
  4. DEAD BRAIN, LIVING SKULL
  5. BLACK STAR
  6. HARDER
  7. AMONG DAMNEDS AND FOOLS
  8. PRAISE THE HORNS
  9. COLD EMBRACE
  10. BLACK DEATH
  11. IN THE DEAD HOUR
  12. FOOL DETHRONED

Line up

  • Dyd Bastard: vocals, guitars
  • Michelle Diabolic: bass
  • Bitch Hünter: drums

Voto medio utenti

No, no, no, stavolta proprio non ci siamo! Sapete benissimo che amo il metal old school, sia quello originale, sia quello riproposto in modalità revival dai gruppi dei giorni nostri, ma questo non significa che debba accettare pedissequamente ogni singola uscita che si rifaccia ai bei tempi andati. Le orecchie per fortuna ancora mi funzionano più che bene e so ancora capire quando la proposta ha anche dei contenuti oltre la forma, e quando no.

E decisamente non è il caso dei Tyranno, dei quali stiamo analizzando il secondo full length. Già, perché se nella tua bio dici che vuoi riportare in auge le sonorità di Venom, Celtic Frost, Slayer e Sodom, poi devi essere in grado di farlo, non basta scriverlo. E per farlo non basta cercare un sound volutamente scarno, mettere due riff in croce e urlare Satan a-go-go, no, assolutamente non basta!

La tecnica esecutiva non sopraffina non è certo il problema principale dei brasiliani, su questo potremmo sorvolare, l’importante sarebbe riuscire ad esprimere qualcosa con i propri brani, e non basta certo scopiazzare i riff delle band sopra citate o esibire borchie e croci rovesciate per convincere l’ascoltatore, se poi i pezzi risultano banali e scontati. Manca la ‘cazzimma’, come dicono a Napoli, cioè manca quella genuina sfacciataggine che sulla lunga distanza fa la differenza, manca l’aggressività, nonostante i nostri ci provino in tutti i modi, ma i brani non pungono, non feriscono, sembrano suonati da dei ragazzetti imberbi, quando invece i Tyranno esistono ormai già da sei anni e “March of death” è, come già detto, il loro secondo full, per cui un minimo di esperienza avrebbero dovuto raggiungerla e sarebbe lecito aspettarsi di più.

Mi spiace liquidarli così brutalmente, ma ci sono talmente tante band valide in giro che il tempo e il denaro che dovreste dedicargli sarebbero del tutto sprecati. Non completamente da buttare, ma la sufficienza non posso assolutamente assegnarla ad una sorta di tribute band dei Celtic Frost, per rispetto a dischi usciti di recente sicuramente più meritevoli.
Recensione a cura di Roberto Alfieri

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