Copertina 7

Info

Anno di uscita:2020
Durata:37 min.
Etichetta:Frontiers Music

Tracklist

  1. CONTAGIOUS
  2. SINNERS HYMN
  3. RESCUE ME
  4. BLOW
  5. SORRY
  6. CRAWLING OUT OF THE DARK
  7. IMPULSIVE
  8. STREAMS OF CONSCIOUSNESS
  9. COMPANY
  10. MOONWALKER

Line up

  • Orianthi Panagaris: guitars, vocals, programming
  • Evan Frederiksen: drums, bass
  • Marti Frederiksen: percussion, programming, bass on track 3

Voto medio utenti

Colpaccio per la Frontiers Records che mette sotto firma uno dei talenti più notevoli nel chitarrismo pop/rock degli ultimi anni, ossia l'australiana (di genitori greci) Orianthi, al secolo Orianthi Panagaris.

Un minimo di storia per chi non la conoscesse: Orianthi è una ragazzina prodogio, figlia di musicisti e svezzata in mezzo alla musica sin da piccola. Cresciuta tra Regno Unito e Francia, si ritrova a 15 anni ad aprire per Steve Vai, e a 18 a suonare con Santana. Bella, brava a cantare e molto social, oltre ad essere una chitarrista di tutto rispetto, in brevissimo tempo Orianthi scala le vette della discografia mainstream, ritrovandosi nientedimeno che al fianco di Michael Jackson negli ultimi tour, poi con Alice Cooper, Prince, perfino un'ospitata al mitologico Crossroads Festival di Eric Clapton.

Insomma, non stiamo parlando di Domenico Bini (lui è inarrivabile). Orianthi è una musicista molto preparata, bravissima a vendere la propria musica e immagine nell'attuale music business, e dotata degli agganci giusti, che in passato le hanno addirittura fruttato un contratto con la Geffen. E questo che ci troviamo tra le mani è il suo quarto lavoro solista, pubblicato dalla italica label che, da un punto di vista di marketing e immagine, ha fatto un enorme centro (meritatissimo) mettendo sottofirma un tale popò di celebrità internazionale.

Ma veniamo a "O". L'album è molto ben prodotto e arrangiato, con un occhio e mezzo (e un altro pezzettino) al mercato pop mainstream, ma senza per questo snaturare la natura della nostra artista. Dentro potete trovarci di tutto: dal rock venato di industrial di "Contagious" alla bellissima e delicata ballad "Crawling out of the Dark", da una "Sinners Hymn" che fa mooolto Lady Gaga on steroids a una "Rescue Me" che mi ricorda Joss Stone nel cantato e Dave Matthews nell'incedere a cavallo tra folk e un riffone pestato qua e là, dalla pop elettronica "Blow" alla bluesy "Stream of Consciousness", e tanto altro ancora.

Le abilità chitarristiche di Orianthi sono ben presenti, ed i riferimenti pop sono inevitabili parti del DNA della australiana, che riesce a creare un prodotto vendibile, con tantissimo mercato, radio-friendly e di sicuro appeal sul pubblico mainstream. Ecco, "O" è forse la rappresentazione che a volte "pop" e "di qualità" possono essere sinonimi. Linea molto sottile, ammetto, ma forse per questo ancora più intrigante.

Recensione a cura di Pippo ′Sbranf′ Marino

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