Asphyxiator - Trapped Between Two Worlds (Reissue)

Copertina 7

Info

Genere:Death Metal
Anno di uscita:2020
Durata:55 min.
Etichetta:Vic Records

Tracklist

  1. BESTOW, THE CHILDREN OF DARK WATER
  2. NIGHT STALKER
  3. SERIAL KILLER
  4. TRUE FUCKING HATE
  5. STRUGGLING
  6. THE DAY THAT I DIED
  7. LIZZY BORDEN
  8. AT LAST THERE'S PEACE
  9. FUTILE
  10. SHATTERED EXISTENCE
  11. TRAPPED BETWEEN TWO WORLDS

Line up

  • Paul Collins: Drums
  • Dave Jones: Vocals, Guitars
  • David Homer: Bass, Vocals (backing)
  • Matt Hales: Guitars
  • Maggi Beddows: Keyboards

Voto medio utenti

La Vic Records compie una autentica riesumazione (musicale) da una tomba con una lapide incrostata di muschio e licheni in un cimitero dimenticato dagli uomini delle Midlands inglesi, ristampando il debut e, per ora, unico lavoro dei sudditi di Sua Maestà, i deathmetallers Asphyxiator.

La prima stampa di “Trapped between two worlds” è infatti immatricolata 1997 e fu edita in cd in sole 200 copie dall’allora etichetta degli inglesi, la Holier Than Thou Records, rimanendo fino ad oggi l’unica edizione disponibile in circolazione.

A differenza della prima stampa, la versione rimasterizzata edita quest’anno presenta una canzone in più: come bonus track è infatti disponibile “Shattered Existence”, canzone questa pubblicata nel demotape precedente al debutto discografico.
Il death metal degli Asphyxiator possiede un sound inconfondibilmente britannico, fortissimamente, pesantemente, totalmente debitore delle luminosissime stelle in circolazione in quegli anni ovvero Bolt Thrower e Benediction. Un amore viscerale e intenso (da parte mia più che comprensibile) quello degli Asphyxiator per questi pesi massimi.

Non manca qualche ingenuità – “Bestown the children of dark water” appaiono “Night stalker” un po’ acerbe, il singer/chitarrista Dave Jones dà l’idea di faticare più del dovuto e sarebbe interessante sapere se sono state fra le prime cose scritte dalla band - ma fortunatamente l’album cresce di brano in brano, come se gli Asphyxiator recuperassero sicurezza e solidità man mano che scorrono i minuti.

Gli arpeggi suadenti di “Serial killer” introducono un brano pieno di groove, ma con le successive “True fucking hate”, “The day that I died”, l’ispirata “Lizzie Borden” e la titletrack, la band dimostra di aver studiato a menadito le lezioni impartite da Karl Willetts & Co. riuscendo così ad alzare prepotentemente il livello di interesse di “Trapped between two worlds”.

Al termine dell’ascolto, giunto il momento di tirare le somme, l’idea iniziale di avere fra le mani un lavoro derivativo non si è dissolta, ma altrettanto forte è rimasta la convinzione che gli Asphyxiator meritino di esser riscoperti e “Trapped between two worlds” diffuso fra coloro che ancora oggi guardano con rispetto alla scena death inglese degli anni 90.

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