Copertina 7

Info

Anno di uscita:2020
Durata:33 min.
Etichetta:Temple Of Mystery Records

Tracklist

  1. ETERNAL LIGHT, ETERNAL NIGHT
  2. SORROW (LOVE IN VAIN)
  3. TRUE BEARINGS
  4. DEAD AIR
  5. BATTERED & BRUISED
  6. TIME IS NO EXCUSE
  7. JUST SURVIVAL

Line up

  • Jacob Montgomery: guitar, vocals
  • Domenic Innocente: guitar
  • Amarjot Amrith: bass
  • Sebastian Alcamo: drums

Voto medio utenti

Non c’è nulla da fare … tutto ciò che è canadese mi attira istintivamente e se dietro a tale ascendente ci sono anche svariate motivazioni extra-musicali, è sufficiente rievocare i nomi di Bachman-Turner Overdrive, Triumph, April Wine e Santers per attivare all'istante il mio interesse.
In “True bearings”, debutto sulla lunga distanza di questo quartetto di Brampton non è difficile rilevare brandelli dell’approccio alla materia dei gruppi appena citati e se, allargando i termini geografici della questione, amate l’hard n’ heavy settantiano figlio di Thin Lizzy, Blue Oyster Cult, Bang, Budgie e primi Judas Priest, credo che i Freeways potrebbero appagare abbastanza bene le vostre esigenze cardio-uditive.
Abili nella gestione della melodia, esplicitamente “vintage” senza affettazione e con una passione per la NWOBHM più meditata, i nostri canucks si presentano agli astanti con una “Eternal light, eternal night” che rivela fin da subito le facoltà magnetiche del loro suono, pilotato dalla voce “sottile” e tuttavia piuttosto seducente di Jacob Montgomery.
Sorrow (Love in vain)” prosegue sulla stessa falsariga aggiungendo all’impasto un pizzico di caligine, mentre dopo i fraseggi ammalianti della title-track, “Dead air” mescola con gusto BTO, Budgie e Savoy Brown e “Battered & bruised” ricorda qualcosa dei grandi April Wine nel suo incedere pulsante.
Time is no excuse” manipola il blues e il jazz con effetti avvolgenti ed evocativi, per un programma che, con le armonie contagiose di “Just survival”, si esaurisce troppo presto, lasciando nel rockofilo una vaga sensazione di “incompiutezza”.
Nell’attesa di poter ampliare ulteriormente l’intrigante indagine, non ci rimane che segnalare i promettenti Freeways a tutti gli estimatori della tradizione e dei gruppi capaci di mutuarne lo spirito con genuinità e istinto, evitando sterili eccessi didascalici … Canada rulez, again!
Recensione a cura di Marco Aimasso

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