Copertina 7

Info

Genere:Heavy Metal
Anno di uscita:2020
Durata:45 min.
Etichetta:Pride & Joy Music

Tracklist

  1. JET RANGER
  2. MR. LEE
  3. BLINDING LIGHTS
  4. R.O.D. (RACE OR DIE)
  5. TORMENTA
  6. UP TO THE TOP
  7. NO SURRENDER
  8. FINAL PRAYERS
  9. NUNCA MÁS
  10. 10,000 VOICES

Line up

  • Maxx M: vocals
  • Sergio Güez: guitar
  • Nehuen P: guitar
  • Jorge Ramírez: bass
  • Jimmy Lozano: drums

Voto medio utenti

L'HM classico non conosce confini o barriere, questi Jet Jaguar arrivano dal lontano Messico per offrirci il loro debut album "Endless Nights" che giunge dopo tre singoli, un demo e un E.P.
Che dire?
La lezione dei vari Maiden, Judas e compagnia bella è stata assimilata e i Nostri masticano bene la materia anche se la loro musica certo non brilla per originalità. Ciononostante siamo di fronte ad un prodotto onesto, verace, che sprizza l'energia che un gruppo giovane come loro deve trasmettere e che pur non presentando highlights si mantiene su un discreto livello per tutta la sua durata, grazie anche a una forte "contaminazione" hard rock /AOR presente in molti brani.
L'opener "Jet Ranger" dopo una breve intro parte in quarta con twin guitars in perfetto stile Maiden, le vocals sono acute e ficcanti ed il chorus è contagioso pur nella sua semplicità e i solos sono buoni e denotano una discreta tecnica, così come tecnicamente ineccepibili sono altre composizioni quali "Mr Lee" e "Blinding Lights" più legate all'AOR, mentre con "R. O. D." si schiaccia sull'acceleratore per poi calmare gli animi con una ballad tutt'altro che banale "Tormenta" cantata in spagnolo e qui mi sono venuti in mente un gruppo spagnolo di qualche anno fa, gli "Heroes De Silencio" - qualcuno si ricorda di loro? -.
Il dischetto prosegue con altri brani che nulla aggiungono o tolgono a quanto sentito sinora, parliamo quindi di tracce ora veloci quale "Final Prayers " dal tiro quasi speed, ora più cadenzate come l'epica ed articolata "10.000 Voices", praticamente un inno alla nostra musica con un suggestivo bridge acustico che si alterna a parti più veloci, quale degna conclusione di un album che non solo non delude ma che ci offre talvolta momenti esaltanti.
Recensione a cura di Marco ’Metalfreak’ Pezza

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