Copertina 7,5

Info

Anno di uscita:2006
Durata:43 min.
Etichetta:My Graveyard Productions
Distribuzione:Masterpiece

Tracklist

  1. ANCESTRAL
  2. SACRED VENGEANCE
  3. MESSENGER OF CHAOS
  4. CIMMERIAN STEEL
  5. UNDER THE BLACK STARS
  6. SWORDSDANCE
  7. MARCH OF THE HOPLITE
  8. IMPERIAL DREAM
  9. THIRST FOR GLORY
  10. LEGIONS OF THE UNDERWORLD

Line up

  • Luca "Fils" Cicero: vocals
  • Guido: guitars
  • Chicco: guitars
  • Drake: bass
  • Damien: drums

Voto medio utenti

Ecco al debutto quegli Assedium di cui avevo spesso sentito tessere le lodi, ma con i quali non avevo sinora incrociato la... spada.
"Rise Of The Warlords" mantiene fede alle promesse. Epici, nei suoni e nelle liriche, ispirati da bands come Manowar, Cirith Ungol, Omen, Manilla Road ed entusiasticamente demodé anche nella resa sonora, dove all'appello mancano solo gli scoppiettii ed i fruscii caratteristici del buon vecchio vinile.
Realizzato dalla sempre più intraprendente My Graveyard Productions, "Rise Of The Warlords" vede alla voce il nuovo cantante Luca "Fils" Cicero (ex Fallen Fuckin' Angels e Deceptor) entrato in formazione praticamente alla vigilia delle registrazioni del disco, il quale si cala con prontezza ed attitudine nelle atmosfere epiche ed eroiche che permeano l'album.
Già... spazio alla saga ideata da Robert Howard ed incentrata sulla figura di Conan ("Cimmerian Steel"), passando dalle vicende dei guerrieri ellenici ("March of the Hoplite") e delle legioni romane ("Imperial Dream") a quelle dei cavalieri medioevali ("Thirst for Glory"), per finire con l'immancabile H.P. Lovecraft, che ha ispirato gli Assedium per la conclusiva "Legions Of The Underworld".
Gli Assedium riescono a trasmettere il proprio pathos epico sin dall'intro "Ancestral", per esplodere nella torrida e veloce "Sacred Vengeance", sospinta dal drumming di Drake ed affrontata con la giusta grinta da Fils. Altri ritmi (cupi e cadenzati) per la successiva "Messenger Of Chaos" che comunque mantiene sempre elevata la componente epica con soluzioni vocali ed un break arpeggiato davvero interessanti. Impossibile incappare in cadute di tono: l'intero disco si mantiene sempre su ottimi livelli, certo che la manowariana "March Of The Hoplite" (qui troviamo come ospite il cantante dei Battleroar, Marco Concoreggi) e la speedy "Imperial Dream" (una vera pugna sonora, con assoli mozzafiato!) sembrano avere una marcia in più.

March... march... march...
Recensione a cura di Sergio 'Ermo' Rapetti

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