Copertina 7

Info

Genere:Black Metal
Anno di uscita:2020
Durata:37 min.
Etichetta:Nuclear War Now! Records

Tracklist

  1. WANTON OF IDOLS
  2. LESSON CRESCENT
  3. BRANDED BY PENTAGRAM
  4. CHATEAUX DELIRIUM
  5. EVE'S RAMPIKE
  6. WARRIOR MASTER LORE

Line up

  • Brungard: all instruments

Voto medio utenti

Debutto marcissimo per questa one-man band americana dedita ad atmosfere doom/ black metal con in aggiunta una certa morbosità horror data dall’aggiunta delle tastiere.
Qui non troverete grandi doti tecniche e una produzione iperleccata, anzi, qui c’è tanta sana sozzura sonora ma fatta come si deve.
Il primo brano “Wanton of idols” è vera musica per le orecchie per chi come me è cresciuto con il vero underground; partenza atmosferica, oscura data da un crescendo di tastiere, basso in primo piano e urla.
Il ritmo si fa sostenuto, la batteria in primo piano con il basso a seguire, le vocals del mainman Brungard sono in uno screaming incomprensibile; le chitarre zanzarose fanno capolino nei passaggi rallentati con un tappeto di synth orrorifici.
Lesson crescent”, è veloce e sincopata, il basso iperdistorto regge il ritmo con la batteria in modalità tupa tupa style; le vocals sono in secondo piano.
Il rallentamento condito da effetti sonori, chitarre effettate e tastiere dal sapore macabro rendono il quadro sonoro fosco.
Branded by pentagram”, apre con atmosfere da brivido; tuoni, vento e un sinistro rumore di catene sempre con le tastiere in primo piano con rullate seguite da sussurri e screaming riverberati.
Brano doomy dove l’atmosfera lugubre, mortifera e che puzza di colonna sonora di un film horror anni 60 è invasiva, in aggiunta abbiamo rullate e colpi di batteria; tutto qui puzza di marciume.
La conclusiva “Warrior master lore”, chiude l’album non spostandosi di un centimetro dalle atmosfere oscure e cariche di suggestioni da tregenda; il basso insieme alla batteria regge il tutto con urla al limite dello scream.
Brano che è percussivo nel senso che le percussioni vengono adoperate a piene mani nell’impasto doom estremo; le chitarre messe in sottofondo si odono solo nell’accelerazione conclusiva.
Un album che non sarà mai un capolavoro, ma il suo lo fa; morbosità, atmosfere macabre e maligne e un minutaggio di poco superiore alla mezz’ora rendono questo esordio godibile.
Recensione a cura di Matteo Mapelli

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