Statunitensi, da Omaha - Nebraska, i
Cellador si fanno portavoce di un Power & Speed Metal di derivazione tipicamente europea, diciamo proiettati su quella linea temporale che porta dagli Helloween, agli Stratovarius e quindi ai Sonata Arctica, il tutto ipervelocizzato, anche se non ai livelli dei DragonForce.
"Data... warp three... engage!"Certo, non è facile reggere il confronto con Kiske e nemmeno con Kotipelto, inoltre il vocalist
Michael Gremio, che si propone quasi sempre sulle tonalità più alte, offre poche variazioni e finisce per non convincere del tutto, mentre fa sicuramente di meglio la coppia di axemen,
Chris Petersen e
Bill Hudson, talvolta prolissa comunque sicura ed efficace, senza venire mai prevaricati dalle tastiere.
Come intuibile si inizia a correre sin da "
Leaving All Behind" e poi si prende ad accelerare già con "
A Sign Far Beyond" (con refrain alla Edguy) e "
Never Again" (variata da un tocco maideniano) fino a "
Releasing The Shadow". Al loro confronto "
Forever Unbound", nel suo inizio alla Gamma Ray (richiamati anche su "
Wakening") con uno sviluppo simil Hammerfall, e la conclusiva "
No Chances Lost", per quel suo coro helloweeniano, sembrerebbero quasi rallentare i ritmi.
Appunto: sembrerebbero. Superati ampiamente i limiti di velocità, i
Cellador non riescono ad evitare gli ostacoli usuali per un gruppo all’esordio: la mancanza di personalità e l’eccessivo rifarsi a formazioni già affermate.
La maggior parte delle canzoni di "
Enter Deception" era già presente sul loro precedente demo, quel "Leaving All Behind" che li aveva portati al contratto con la
Metal Blade, pertanto da ora in poi, fatta piazza pulita con il passato e vista la giovanissima età dei membri del gruppo, si può pensare che in futuro possano far di meglio.
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