Waite John - Downtown Journey Of A Heart

Copertina 7,5

Info

Anno di uscita:2006
Durata:51 min.
Etichetta:Frontiers
Distribuzione:Frontiers

Tracklist

  1. THE HARD WAY
  2. IN DREAMS
  3. BLUE VENUS
  4. MISSING YOU
  5. KEYS TO YOUR HEART
  6. NEW YORK CITY GIRL
  7. HIGHWAY 61
  8. ISN'T IT TIME
  9. ST. PATRICK'S DAY
  10. HEADFIRST
  11. DOWNTOWN
  12. WHEN I SEE YOU SMILE

Line up

  • John Waite: vocals, bass, acoustic guitar, harmonica
  • Alison Krauss: vocals
  • Chris Carmichael: strings
  • Crystal Taliferro, Dede Day, KK Faulkner, Jenn Filipetti: backing vocals
  • Damon Johnson, Don Kirkpatrick, Finn Olochlann, Jeffrey Steele, Jimmy Leahey: guitar
  • Glen Burtnick, Lance Morrison, Sean Michael Ray: bass
  • Billy Wilkes, Greg Morrow, Jonathan Dresel, Tony Beard: drums
  • John Korba, Mike Webb, Reese Wynans, Chuck Kentis: keyboards
  • Scott Baggett: bass, keyboards, guitar
  • Shane Fontayne: guitar, bass
  • Tom Bukovac: guitar, keyboards

Voto medio utenti

Caspita, … John Waite … Ecco un altro di quei casi in cui applicare un distaccato atteggiamento “critico” è veramente molto difficile. Come si può interpretare il ruolo di “freddo” recensore, quando si è sempre venerata la voce di questo strepitoso cantante, che difficilmente vedrete magnificato nelle playlist di categoria, ma che invece meriterebbe un’ovazione di consenso ad ogni sua mossa? Se poi l’occasione discografica che mi permette di esprimere tutto il mio apprezzamento per il vocalist inglese è un disco come questo “Downtown journey of a heart”, in cui vengono riproposte nuove registrazioni in versione ri-arrangiata di alcuni passi significativi della sua “storia” musicale, l’entusiasmo per riascoltarli in quest’edizione “ … stripped and ready to be played live in front of the audience”, come affermato da Waite stesso, non può che essere piuttosto elevato, vista la qualità di un percorso che, partendo dagli esordi con i Babys (anno 1975!), passando per i fantasmagorici Bad English e per una carriera solista ricca di momenti favolosi, non ha quasi mai deluso i suoi sostenitori.
L’aspetto che sicuramente non ha mai tradito le attese è l’incredibile partecipazione emozionale, sia sul versante più intimista o bluesy, sia su quello maggiormente intenso o hard-eggiante, garantita dalla laringe di Mr. Waite, in grado di stimolare in modo assolutamente naturale quell’accelerazione d’energia mentale che determina, distillando le sensazioni goccia dopo goccia, fino a divenire un vero e proprio fiume sensoriale, lo stato d’animo dell’essere umano e che costituisce il meccanismo basilare che sottende alla produzione di un’emozione.
Tracce come la vivace “The hard way”, le delicatezze da heart breaker denominate “In dreams”, “New York City girl” (di cui ricordo anche, se non sbaglio, un bel video girato in bianco e nero) e “Downtown”, la celeberrima “Missing you” (in passato coverizzata in italiano “addirittura” da Paola Turci!), qui resa in duetto con la cantante country Alison Krauss, il blues (‘n ‘ roll) “radiofonico” di “Keys to your heart”, gli splendidi Babys hits “Isn’t it time” (all’epoca della sua uscita raggiunse, “nel suo piccolo” il tredicesimo posto nelle classifiche statunitensi) e “Head first” e il soft tune di grande successo (in un adattamento prettamente acustico) targato Cattivi Inglesi e denominato “When I see you smile”, appaiono come la perfetta sintesi di un approccio capace contemporaneamente di interpretare l’incisività del rock e la sontuosa seduzione romantica delle ballate, con quella classe e quel feeling autentico che rendono l’AOR una questione di grandissima suggestione, se si possiedono l’anima e il talento di questo signore nato a Lancaster nel Lancashire, ma con un patrimonio genetico, dal punto di vista artistico, di chiara estrazione yankee.
Ad arricchire un prodotto assai avvincente, anche due inediti: la rilettura di “Highway 61” di Bob Dylan, pregna di “fuoco” e “polvere” blues, e l’esemplare evocazione sentimentale espressa nella soffusa “St. Patrick’s Day” (“… una semplice canzone d’amore su due persone che s’incontrano a New York …”, queste le parole del suo autore per descrivere il suo contenuto), le quali non possono che accrescere l’attesa per un lavoro completamente nuovo.
“Downtown journey of a heart” è un magnifico viaggio, che può fare bene un po’ a tutti (anche se è chiaro che agli occhi dei suoi fans più affezionati, l’operazione possa sembrare lievemente assimilabile al classico “raschiamento del barile”!), ma che consiglio in maniera particolare a chi ha sottovalutato fino ad oggi le virtù di John Waite … in fondo, per “redimersi” c’è sempre tempo!
Recensione a cura di Marco Aimasso

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