Copertina 6,5

Info

Genere:Black Metal
Anno di uscita:2019
Durata:39 min.
Etichetta:Flowing Downward

Tracklist

  1. INTO THE BURMAL WOE
  2. A BLACK BILE FOG
  3. THE COLD AND THE HOPE
  4. REFLECTION OF AN OLD SOUL
  5. WITH DISTANCE
  6. CALLING UPON THE ANCIENT ONE
  7. A HIEMAL AURA

Line up

  • Dempsey "DC" Mills: all instruments, vocals

Voto medio utenti

Approda al terzo album Dempsey "DC" Mill, voce ed anima degli statunitensi Vials of Wrath che a distanza di quasi cinque anni dal precedente "Days Without Names" danno alle stampe il nuovo "Dark Winter Memories", uscito sul finire del 2019 sulla nostra validissima Flowing Downward, sottoetichetta della storica Avantgarde Music dedita alle atmosfere estreme più sognanti ed avvolgenti.

Ed in effetti anche in questo caso siamo di fronte ad un buon esempio di black metal suadente e malevolo, venato di ambient, partiture acustiche ed atmosfere sinistre ma confortanti, sarà forse perchè ci troviamo di fronte ad uno dei rari casi di christian black metal?

Forse, ma in ogni caso le caratteristiche di questo "ambient black metal" ci sono tutte ed i brani, anche quelli più lunghi che vanno a sfiorare i dieci minuti di durata, non annoiano mai anzi cullano l'ascoltatore in queste nenie perlopiù mid-tempos, sempre accompagnate dalla voce in scream di Mill che a differenza della maggiorparte dei suoi colleghi non si affida mai alla voce pulita e non "esagera" mai nelle parti pulite o totalmente ambient, lasciando una grande importanza alle sonorità estreme che, tuttavia, includono una delle criticità più grandi di tutto il disco e, direi, di tutta la band.

Passi per chitarra e voce, produzione casalinga ma tranquillamente accettabile, ma purtroppo la batteria paga pegno non tanto in quanto alla qualità dei suoni, quanto alla piattezza e la mancanza di dinamismo che l'uso della drum machine comporta, quando invece nel bel mezzo delle varie sfuriate sarebbe d'uopo puntare su una sezione ritmica adeguata, ma d'altronde questo è un limite ben comune a tantissime one man band.

Non si tratta comunque di un ostacolo insormontabile all'apprezzamento di "Dark Winter Memories" che nella sua totalità si conferma un buon disco più che valido, anche grazie a brani molto affascinanti e sofferti come "The Cold And The Hope" e "Calling Upon The Ancient One", che con buona probabilità potrà risultare ammaliante per una larga fetta degli estimatori di questo genere.

Recensione a cura di Gianluca 'Graz' Grazioli

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