Copertina 8

Info

Genere:Power Metal
Anno di uscita:2018
Durata:26 min.
Etichetta:Independent

Tracklist

  1. RE:CONCEPTION
  2. GRAND AGAIN
  3. INTO THE WILD
  4. QUITE ALRIGHT
  5. THE MOMENT
  6. MY DARK SYMPHONY

Line up

  • Tore Østby: guitars, keyboards, vocals (backing) (track 5)
  • Ingar Amlien: bass
  • Arve Heimdal: drums, percussion
  • Roy Khan: vocals

Voto medio utenti

"Sonntag, 7, Sept. 97 - Live in der Rockfabrik", così riporta il biglietto rosso che ancora gelosamente custodisco.

"Speriamo che non piova..."
"Perché?" chiesi io.
"...Ho un problemino ai tergicristalli"

Eravamo partiti da poco più di un'ora e da non molto avevamo passato Cortina, "verso l'infinito ed oltre!"
Il cielo pian piano si era fatto sempre più minaccioso, ma nessuno degli altri 3 passeggeri (me compreso) si sarebbe aspettato quanto successe:
nemmeno il tempo di spiegare il possibile problemino e ci ritrovammo a viaggiare sotto un nubifragio e senza riuscire a vedere un piffero.
I tergicristalli appena azionati si erano bloccati immediatamente, incastrati l'uno con l'altro a formare una bella X!
Le mani di "Lupo” strette sul volante (“mangiato” dai colpi di bacchette visto che si esercitava alla guida), viaggiammo alla cieca per qualche centinaio di metri (o forse più), poi la destra scese sul cambio a forma di teschio, scalata di qualche marcia e finalmente uno spazio dove fermarsi (a sistemare le cose! - pensai io).
Nì!

Sceso dall'auto, disincagliò gli "inutili orpelli" e dopo averli messi in piedi andò ad aprire il bagagliaio.
Veniva giù a secchiate, ma lui tranquillo, prese a rivestire i suoi indumenti di una "armatura" munita di cappuccio, fatta con dei sacchi neri delle immondizie!
"L'ho cucita io - diceva fiero - la uso quando vado a provare con la batteria e devo passare nella boscaglia bagnata...". Finita la sacra vestizione, ripartimmo. Il diluvio era incessante; i tergicristalli, sempre ritti, si muovevano e "salutavano" a mo' di Queen Elizabeth in parata tra il suo popolo, l'acqua sul cristallo, le lacrime agli occhi (dal ridere) e lui con la testa fuori dal finestrino neanche fosse il primo Ace Ventura.

6 ore di viaggio per arrivare ad Augsburg (pochi km sopra Monaco di Baviera), ma senza accorgercene: la buona musica che usciva dalle casse, l'allegra compagnia, la grande esaltazione di ritrovarsi sotto il palco di 3 grandi band!

Sempre il biglietto titolava: "STRATOVARIUS - CONCEPTION & Guest".
Sapevamo già che i "guest" erano gli ELEGY! poteva essere "il" concerto dei miei anni '90!!!

Arrivammo con largo anticipo, sgranocchiammo qualcosa nel parcheggio deserto della "Discoteca" e cominciammo a girovagare attorno allo stabile.
Ci ritrovammo ad osservare da dietro una rete, dei ragazzotti lungo criniti, che con fare non proprio da campioni giocavano a calcio.
Tolkki era steso, indifferente, ad oziare su degli scalini, tutti gli altri presenti invece rincorrevano la palla.
Da una porta uscì un cordiale Martin Helmantel (bassista degli Elegy) e da lì cominciammo una "arrangiatissima" chiacchierata a sfondo musicale, che portò al mio petto una tremenda "pugnalata": "i Conception non ci sono, si sono sciolti..." ci disse lui.

Il concerto tutto sommato riuscii a godermelo, per quei 2/3 che mi interessavano: gli Strato erano nel tour di "Visions" (bisogna aggiungere altro?), gli Elegy avevano cambiato drasticamente "pelle", ma fecero comunque una grande prestazione, con un Henk van der Laars mostruoso alla chitarra e con un ottimo e simpatico Ian Parry alla voce (dopo il concerto pure lui venne a parlare con noi ed appena scoperto da dove arrivavamo, andò a prendere un foglio con delle frasi in italiano, voleva sapere se fossero ok per le future tappe del tour).
Ad aprire la rassegna ci trovammo i tedeschi "Superior", band progmetal senza infamia e senza lode, appena usciti con l'allora primo album...

Lunedì, 30 Aprile 2018. Metal.it pubblica la notizia: "SI RIUNISCONO I CONCEPTION!"

Dalla nefasta scoperta in Baviera, avevo atteso 20 anni e 8 mesi esatti! ...1077 settimane e 1 giorni...7540 giorni... Ci avevo sperato tantissimo, l'uscita di Roy Khan dai Kamelot aveva dato nuova linfa al sogno...la sua "vocazione" e i video amatoriali dei suoi canti in Chiesa avevano gettato nuovamente acqua sul fuoco... Ma a spezzare l'incubo ci pensò "l'Arcangelo" Gianluca 'Graz' Grazioli, sceso tra noi mortali a portare "l'annunciazione".

Il giorno stesso partecipai al crowdfunding per la creazione dell'EP del ritorno...
Avete capito: è tutto merito mio!!!

Venerdì 23 Novembre 2018 è stata la data ufficiale di lancio di "My Dark Symphony".
Per allora, anche i muri di casa mia già canticchiavano le canzoni dell'EP, grazie anche ai video rilasciati anticipatamente, dagli stessi Conception, sul loro canale YouTube.

Per me che amo questa band è difficile dare un giudizio obiettivo a questa manciata di canzoni. Tralasciando l'inutile intro "re:conception", tutto il resto è bello, eccome se è bello!

La "vera" prima traccia è in puro Conception style: una canzone dalla struttura classica ma condita di un intricato riff di chitarra accompagnato da un altrettanto complesso lavoro della sempre valida e storica sezione ritmica!
La voce è effettata per le strofe, ma trova "pulizia" nell'accattivante chorus, nel mezzo, un assolo di pura classe come solo Østby sa fare!

Il resto dell'album è quanto di più eterogeneo si possa trovare, ed in alcuni casi un po' spiazzante!

"Into the Wild" entra tra ritmi tribali (tanto cari a Heimdal), cori leggeri e un teatrale Roy, per poi, con l'arrivo di un altro bel riff di chitarra, esplodere in un chorus intriso di voci femminili che tanto sa di Kamelot.
Un ennesimo grande assolo di Tore e si va verso la fine, tra ritornelli in cui Khan osa rialzare di qualche tono la voce e una parte strumentale più tipicamente progmetal.

Ricordo di averne parlato tempo addietro con il Direttore: non ho mai capito perché i "Queensryche" siano catalogati progmetal! Neppure il 'Graz' ha saputo dare una risposta convincente!
Ma proprio per molte caratteristiche simili, ho sempre pensato che i "Conception" fossero i veri 'Ryche del prog!
Gli ingredienti nella band ci sono tutti: tra Khan e Tate ci sono molte similitudini, vocalmente parlando, (anche se con picchi diversi); Arve Heimdal è un batterista molto preciso, molto fantasioso ma mai invadente, come nello stile di Rockenfield.
Alzi la mano poi chi non ha mai pensato a Eddie Jackson nei momenti in cui, con le sue linee di basso, Amlien si prende il suo giusto palcoscenico.
Infine come non paragonare Tore Østby a DeGarmo? Due stili leggermente dissimili ma con un fattore unico: veri motori compositivi delle 2 band!
"Quite Alright" ne è l'emblema, un pezzo che non sfigurerebbe se messo in "Empire": un uptempo (con tanto di "rumoristica urbana" alla "Della Brown"), molto Hardrock (ma senza rinunciare al progressive), orecchiabile al punto giusto!

"The Moment" è decisamente l'episodio più strano, il più lontano dal loro stile: un pezzo Jazz di pianoforte e batteria, con un Khan quasi sgraziato con la sua particolare linea vocale, che prende corpo poi con l'arrivo di basso e chitarra, in un refrain dall'aria quasi allegra.
Bella poi, la seconda parte, che con un sottofondo in pieno stile tradizionale Giapponese, regala un lungo ed intenso assolo di chitarra. Bravi tutti.

La conclusiva title track è quello che promette: una sinfonia, lenta, oscura, malinconica, "...Non riesco a credere che tu sia andato...In silenzio stai salutando...Arrivederci per sempre".
Tra archi, arpeggi di chitarra, una interpretazione (l'ennesima) da brividi del redivivo Khan, un ritornello fantastico ed ispirato, la parte centrale più robusta, l'assolo...

In conclusione: è vero che è solamente un EP, è vero che si tratta solo di 27 minuti scarsi, ma la qualità è tanta, la classe è intatta! Potrei sindacare sul fatto che l'album sia molto "Roy Khan oriented" (giustificato dal fatto che lui sia il "nome" che il mondo metal conosce), che l'album sia meno metal di quanto mi aspettassi (sacrificando un po' troppo i suoni di chitarra che Østby aveva usato in precedenza), e... altre piccole cosette, ma non lo farò!

I CONCEPTION SONO TORNATI, TUTTO IL RESTO NON CONTA!!!

p.s.: Sapete come io sia rimasto di melma quando, all'arrivo del mio bel CD autografato, scoprii che la mia canzone preferita tra quelle nuove era assente?
Mi chiesi come fosse possibile fare una canzone perfetta come "Feather Moves" e lasciarla fuori!!! Qualcuno potrebbe pensare che sia una canzone con uno stile molto simile alla vecchia "In Your Multitude", ma è realmente una canzone stupenda, il ritornello mi procura ancora oggi la pelle d'oca!
Per me è senza alcun dubbio la più bella canzone di tutto il 2018! Da sola avrebbe dato sicuramente 1 punto in più alla mia valutazione! Andai pure sulla loro pagina FB a chiedere di inserirla nel prossimo album...
...ringraziatemi!!! E' TUTTO MERITO MIO!

Recensione a cura di Mephys
Recensione a cura di Ghost Writer

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Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 04 apr 2020 alle 23:17

questo è uno dei lavori più colossali degli ultimi anni. Un piccolo interrogativo : come mai non se ne è accorto quasi nessuno? Come mai se non c' è un pessimo cantato in growl un gruppo non viene valutato per lo spessore che ha? Questi valgono mille volte la media che il mercato propone, o propina !

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