Copertina 7

Info

Genere:Heavy Metal
Anno di uscita:2020
Durata:59 min.
Etichetta:Pure Steel Records

Tracklist

  1. FORGOTTEN LANGUAGE SONG
  2. OUT OF THE TRIBE
  3. SELFISH GENE
  4. MESSAGE TO THE FUTURE
  5. CHOICES
  6. SLUG ON THE HIGHWAY
  7. ETERNAL RETURN
  8. SHIP WITH NO CAPTAIN
  9. THE MARCH OF THE DUMBS
  10. ATARAXY
  11. TIME TO FIGHT

Line up

  • Andrea Borlengo: bass
  • Daniele Ferro Milon: drums
  • Andrea Autiero: guitars
  • Edoardo Barbero: guitars
  • Lorenzo Luca: keyboards
  • Michele Da Pila: vocals, guitars

Voto medio utenti

Fatti non foste per viver come bruti, ma per seguir virtute e canoscenza
E' il verso 119 del XXVI canto dell’Inferno dantesco, noto anche come Canto di Ulisse, poiché con questa frase, nell'Odissea, l’eroe classico esortava i suoi uomini ad oltrepassare le colonne di Ercole, confine ultimo del mondo fino ad allora conosciuto. Significato di tale espressione è che l’intelletto, che diversifica gli esseri umani dalle bestie, deve spronare l’uomo ad andare sempre oltre le conoscenze già acquisite, senza sentirsi mai pago, purtroppo il povero Ulisse, ironia della sorte, rimarrà vittima di questa sua infinita sete di conoscenza e, per aver sfidato i limiti imposti dalla natura umana, verrà relegato da Dante nell’ottava bolgia dell’ottavo cerchio dell’Inferno. Il medesimo concetto, trasferito evidentemente in ambito musicale (tanto che qualcuno ha iniziato a parlare di "philosophic metal"), si può applicare al monicker della band torinese, il termine greco “pleonexia” infatti significa "spingersi oltre" il proprio bagaglio culturale esistente, non accontentarsi mai, aspetto quanto mai ambivalente della natura umana, ecco quindi che la formazione piemontese crea, almeno a livello metaforico, una simbiosi totale con la seconda uscita discografica della propria carriera.
Iniziamo col dire che il genere proposto dai Pleonexia non è assolutamente di semplice comprensione, e spesso l’apprezzamento o meno dipende, oltre che, come sempre, dai gusti soggettivi, dal grado di sensibilità dell’ascoltatore, ma soprattutto dalla sua predisposizione nei confronti di un sound che affonda le sue radici nel filone del cosiddetto “epic metal” che negli States si affermava negli anni ‘80, grazie a bands come Manilla Road, Manowar e Virgin Steele, mentre in Italia i medesimi concetti venivano sviluppati dai gruppi pionieri di tale stile quali gli Adramelch o i grandissimi Dark Quarterer.
Virtute E Canoscenza è un disco in cui, rispetto al debutto discografico della band avvenuto nel 2014, il lato più heavy, che si snoda tramite riffs graffianti e sezioni ritmiche incisive, è predominante in quasi tutte le tracce, specialmente nella rockeggiante Out Of The Tribe o nella maestosa Selfish Gene, passando per Slug On The Highway, Ataraxy, sino alla conclusiva Time To Fight con le sue tinte fortemente neoclassiche.
Tuttavia, accanto a questa aggressività, che non manca mai e a cui contribuisce anche la voce (talvolta “strozzata”) del leader e fondatore Michele Da Pila, si possono trovare diversi episodi più introspettivi e sperimentali (ecco la voglia di "spingersi oltre", uscendo dagli schemi tradizionali), dai fortissimi connotati malinconici, in cui vengono sapientemente combinati elementi doom e prog, che vanno a conferire quell’epicità di cui si parlava precedentemente, e che si muovono in perfetta armonia all’interno dei confini, prettamente heavy, in cui sono incorniciati. Ne sono fulgidi esempi brani come Message To The Future o Choices, ma soprattutto la riuscitissima Eternal Return che forse rappresenta meglio il sound dei Pleonexia, grazie alla sua struttura tipicamente progressive, in costante evoluzione, senza dimenticare March Of The Dumbs in cui melodie decadenti si fondono perfettamente con un heavy metal di stampo tradizionale.
Forse l’unico neo del disco, che tuttavia può essere inquadrato nell'ottica della ricerca compositiva e della sperimentazione, che sta alla base del senso della band, è l’utilizzo, talvolta eccessivo, di alcuni effetti filtrati nella voce, ma soprattutto dei synth delle tastiera, che in alcuni frangenti generano un suono troppo artificiale ed elettrico, come nel caso di Ship With No Return, dove tuttavia la solidità della struttura portante del pezzo viene in soccorso e riesce poi a riportare tutto sui giusti binari.
In conclusione, Virtute E Canoscenza è davvero un disco ben suonato e gradevole, che segna un sostanziale passo in avanti rispetto all’esordio della formazione piemontese, un album che credo tutti gli amanti del cosiddetto "epic metal" ottantiano (ma anche del progressive) apprezzeranno, per il perfetto bilanciamento tra tutti quegli elementi che compongono tale sottogenere.


Recensione a cura di Ettore Familiari

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