Copertina 8,5

Info

Anno di uscita:2020
Durata:59 min.
Etichetta:Nuclear Blast Records

Tracklist

  1. SERVANTS OF THE AIR
  2. DIVINYLS
  3. IF TONIGHT IS OUR ONLY CHANCE
  4. THIS BOY'S LAST SUMMER
  5. CURVES
  6. TRANSMISSIONS
  7. AEROMANTIC
  8. GOLDEN SWANSDOWN
  9. TAURUS
  10. CARMENCITA SEVEN
  11. SISTER MERCURIAL
  12. DEAD OF WINTER
  13. CITY LIGHTS AND MOONBEAMS

Line up

  • Björn Strid: vocals
  • David Andersson: guitar
  • Sharlee D’Angelo; bass
  • Sebastian Forslund: guitar, percussion, special FX
  • Jonas Källsbäck: drums
  • Anna-Mia Bonde: backing vocals
  • Anna Brygård: backing vocals
  • Rachel Hall: guest on violin
  • John Lönnmyr: guest on keyboards

Voto medio utenti

E’ innegabile che questo 2020 non sia iniziato nel migliore dei modi (oibò … anno bisesto, anno funesto?) e tuttavia almeno dal punto di vista musicale non ci si può proprio lamentare, con il podio della contesa melodica che rischia seriamente di essere completo fin dal mese di febbraio.
Dopo Revolution Saints e Waiting For Monday, tocca ai The Night Flight Orchestra inserirsi con prepotenza tra le prime posizioni della classifica annuale dedicata al Best Melodic Rock e sebbene per stabilire precisamente la graduatoria finale bisognerà ovviamente attendere ancora un po’ di tempo, valutando attentamente altri potenziali pretendenti al titolo (H.E.A.T. e One Desire, per esempio), scalzare i nostri dal pulpito del settore non sarà di certo un’impresa agevole.
Aeromantic” è, infatti, un altro fantasmagorico concentrato di appassionanti anthems capaci di muoversi in perfetto equilibrio lungo l'insidiosa linea di demarcazione che scorre tra AOR, pop e hard, aggiungendo all’eclettico impasto sonoro scampoli di disco-music, prog e synth-wave, il tutto assemblato in una maniera talmente disinvolta ed efficace da far sembrare la cosa quasi “banale”.
Mescolare oggi, con innato temperamento, Boston, ELO, The Cars, Sweet, Toto, Steely Dan e Doobie Brothers, senza essere minimamente condizionati dal prestigio dei numi tutelari o incorrere in fastidiosi manierismi è operazione tutt’altro che facile e se gli svedesi riescono nell’intento e la loro musica emana riflessi cristallini di pura classe e d'imponente benessere emotivo è soprattutto grazie alla straordinaria intensità espressiva che riescono a infondere al loro magistrale songwriting, pregno di una vocazione spontanea ormai pienamente conclamata, nonostante l’originale estrazione musicale (Soilwork, Arch Enemy, …) dei leader del gruppo.
E allora non vi resta che affidarvi con fiducia ai cinquantanove minuti di “Aeromantic”, per vedere svanire immediatamente turbamenti personali, timori di catastrofiche pandemie e di default economici, sostituiti (temporaneamente, ahimè ..) da caleidoscopiche bolle di note vaporose e inebrianti, persistenti nel comunicare una girandola di appaganti e variegate sensazioni positive (compreso appena un pizzico di “frivola” malinconia …), stagliate in tredici simulacri assolutamente privi di controindicazioni.
E così, omaggiando la natura unitaria dell’opera (non ci sono veri stacchi nel programma e la continuità è garantita anche da collegamenti effettistici o recitati), per questa volta non mi cimenterò in tentativi di esegesi singola dei brani, esortandovi semplicemente all’acquisizione e all’ascolto reiterato di “Aeromantic”, un formidabile “antidoto” alle inquietudini quotidiane e a ogni forma di sedicente cattivo auspicio.
Recensione a cura di Marco Aimasso

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