Band completamente fuori dagli schemi, i veneti
Licantropy. La loro ossessione per gli uomini-lupo, per l'immaginario folkloristico messicano (nelle foto sembrano tre mariachi alla Fiesta de la Muerte), per il garage-rock orecchiabile e danzereccio, per le tastiere ultra-vintage anni '60, per l'ironia ed il cazzeggio, li rende sicuramente unici e particolari all'interno dello scenario underground nazionale. Questo "
Extrabiliante" è il loro secondo lavoro, seguito dell'esordio "
We were wolves" (2017), ed esce per
Go Down Records.
Brani leggeri, scanzonati, infarciti di melodie pop-punk gradevoli ed orecchiabili ma anche di vibrazioni nervose ed orientate verso una psichedelia retrò trasversale e bizzarra. Brani come "
My fat long tail" e "
I wolf the line" sembrano provenire da un passato remoto, da un'epoca di mangiadischi e juke-box, con qualche squinzia in minigonna che segue ancheggiando il ritmo carezzevole e perfido della musica. A tratti sembra tutto troppo esile per essere vero, compreso il mood pseudo-caraibico/rockabilly della title-track, ma il trio è composto da gente tutt'altro che sprovveduta. Basti citare le formazioni che hanno visto la presenza di
Tommaso Mantelli (chitarra e voce),
Luca Ramon (batteria) e
Alberto De Lazzari (tastiere): Teatro degli Orrori, Kirlian, Captain Mantell, Waterproof, LAD, Industria Onirica. In sostanza, musicisti navigati ed esperti.
Le canzoni scorrono in maniera semplice, piacevole, con quel tocco garage lo-fi che profuma di scantinati e locali alternativi ("
Another wolf game") e si percepisce costantemente l'attitudine sottilmente goliardica del gruppo veneto.
Il disco si conclude con "
Coyote?", pezzo differente da tutto il resto. Lento e sinuoso, veicola una psichedelia più cupa e doomeggiante, alla Orquesta del Desierto, che punta sugli aspetti lisergici del rock e testimonia la buona capacità del trio di variare la propria proposta quando necessario.
Un disco gradevole, con spunti interessanti, ma molto alternativo. Adatto prevalentemente ai rocker dalla mentalità più aperta e curiosi di stimoli musicali differenti dal solito.
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