Copertina 7,5

Info

Genere:Power Metal
Anno di uscita:2019
Durata:45 min.
Etichetta:Rockshots Records

Tracklist

  1. SACRED WOODS
  2. WINGS OF EAGLE
  3. JOTUNHEIM
  4. THE STOLEN HAMMER
  5. ASCALON (SIEGE AND DEMISE)
  6. HANDS OF AESIR
  7. BALDER’S BANE
  8. HERMOD THE BRAVE
  9. I HEL
  10. NEW ORDER
  11. O-HEY O-HO

Line up

  • Mauro Colbacchini: vocals
  • Giorgio Colbacchini: guitars, backing vocals
  • Gianluca “Odd” De Lotto: guitar
  • Silvio Brusa: bass, backing vocals
  • Andrea “Blackhawk” Muscarello: drums
  • Letiziamaria Gatti: violin, backing vocals

Voto medio utenti

"Age Of Heroes" è il secondo album per gli Eregion (dall'universo immaginario di J.R.R. Tolkien), a cinque anni dall'uscita dell'esordio "Lord Of War" all'epoca autoprodotto. La formazione piemontese, che ora è supportata dalla sempre più intraprendente Rockshot Records, non si schioda dalle scelte musicali e liriche che li hanno guidati sin dai loro primi passi: un Power Metal epico e battagliero, con delle sfumature folk (grazie all'inserimento del violino di Letiziamaria Gatti), associato a tematiche altrettanto epiche e battagliere e fortemente ispirato a quello in auge nella seconda metà degli anni '90.
Lasciata scorrere via l'interlocutoria intro strumentale, è una briosa e powereggiante "Wings of Eagle" a mostrare il volto migliore degli Eregion, una canzone dal bel refrain (forse solo un po' troppo insistito) e un mood coinvolgente, che ci riporta proprio all'ondata Power cui "Glory to the Brave" aveva tirato la volata. Lo stesso approccio viene messo in atto nella seguente "Jotunheim", dove il cantante Mauro Colbacchini non riesce ad emergere quanto dovrebbe, un po' nascosto da quelle scelte in fase di registrazione e missaggio che danno maggiore spazio agli strumenti, e un po' anche per qualche difficoltà palesata dallo stesso cantante nel salire di tono e modulare la propria voce. "The Stolen Hammer" ha marcate influenze Folk, che possono far pensare agli Elvenking (sfrondati della primeva componente Death) e, a completare il giudizio più che positivo che si sta già delineando dopo i primi brani, ecco che arriva l'ottima "Ascalon (Siege and Demise)" che si incammina con delle riuscite partiture strumentali andando così a dare vita a un bell'esempio di Heavy Metal, ispirato dai campioni della N.W.O.B.H.M., articolato e dalle diverse sfaccettature, compreso l'evocativo passaggio cantato da Letiziamaria Gatti (almeno credo) in chiusura. Dopo il Power più canonico (quello dei primi Hammerfall e con un pizzico dei già citati Elvenking) di "Hands of Aesir" è il momento della discreta ballad "Balder’s Bane", che riesce a non farsi bollare come troppo banale e melensa e che, anche per la presenza del guest Fabio Privitera, mi porta a proprio a ripensare ai (mai abbastanza rimpianti) Bejelit, e questo è un punto a favore degli Eregion. E un altro se lo intascano con le cavalcate teutoniche "Hermod the Brave" (pur esagerando con gli "ho-ho-ho-ho"), "New Order" (sulla sponda Gamma Ray) e "O-Hey O-Ho" (più sul versante dei Running Wild e, per il taglio folkeggiante e danzereccio, degli Alestorm).

"Age Of Heroes" e gli Eregion sono così promossi a pieni voti, ma sarebbe bastato poco per eccellere: una resa sonora più nitida e brillante (la prova di Andrea Muscarello ne esce un po' appiattita) e maggior coraggio nel cantato, con Mauro Colbacchini che sembra limitarsi al compitino invece di provare a prendere il controllo delle varie canzoni e incidere come dovrebbe.


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Recensione a cura di Sergio 'Ermo' Rapetti

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