Copertina 7,5

Info

Anno di uscita:2019
Durata:54 min.
Etichetta:Art Of Melody Music / Burning Minds Music Group

Tracklist

  1. LIVIN' TO ROCK
  2. NIGHT CHILDREN
  3. DESTINY
  4. HIGHER
  5. TWO AS ONE
  6. QUEEN OF LOVE
  7. BORN HUNTER (NOT THE PREY)
  8. HILLS OF SARAJEVO
  9. TWIST IN THE TAIL
  10. THE ROSE
  11. MIDDLE OF NOWHERE

Line up

  • Santi Libra: vocals
  • Claus: guitars
  • Andrea Sangermano: bass
  • Eleonora Mazzotti: guest on vocals
  • Roberto Priori: guest on guitar solo
  • Pier Mazzini: guest on keyboards
  • Giacomo Calabria: guest on drums

Voto medio utenti

Ricordavo con piacere “Robbed in paradise”, il debutto sulla lunga distanza dei Saints Trade e, memore di quanto accaduto con gli Alchemy, ero molto curioso di verificare se “l’effetto” Burning Minds Music Group avrebbe contribuito anche in questo caso alla crescita esponenziale di un gruppo già parecchio promettente.
L’ascolto di “Time to be heroes” rivela effettivamente un incremento nella maturità espressiva, nella brillantezza compositiva e nella compattezza esecutiva (la formazione nel frattempo ha subito alcune defezioni e rimaneggiamenti, attestandosi su un trio che per il disco si avvale di alcuni prestigiosi ospiti), ma questa volta la rampa di “salita” è stata meno repentina e vertiginosa, se confrontata con quella che ha portato “Dyadic” dritto nella mia personale top-playlist annuale.
All’albo in questione non si può in realtà imputare nessuna importante carenza “specifica”: i pezzi sono scritti bene e interpretati con vitalità da un abile Santi Libra, così come piace il modo in cui la band tratta la materia melodica, e cioè con sensibilità e vigore, aggiungendo all’impasto sonico barlumi di hard-rock classico ed enfatico (ricordando, a volte, qualcosa dei Ten).
In tale apprezzabile situazione, tuttavia, l’impressione è che a mancare sia appena un pizzico di decisivo grip emozionale, non sempre distribuito in maniera costante lungo i cinquantaquattro minuti di durata dell’opera.
Per intenderci, se tutti i brani avessero avuto goduto della tensione emotiva concessa all’avvolgente “Two as one”, alle evocative "Hills of Sarajevo” e “Middle of nowhere” o ancora alla cromata magniloquenza di "Twist in the tail”, il giudizio complessivo sarebbe stato anche più lusinghiero ed entusiasta, mentre altrove non tutto sembra perfettamente attrezzato per “colpire” a fondo i sensi, che così rimangono solo infatuati di fronte alla gradevole spensieratezza di “Livin' to rock”, al pimpante tocco mitteleuropeo di “Night children” e al ruffiano appeal anthemico di “Destiny”.
La grinta di “Higher” e “The rose” e l’invitante urgenza di “Queen of love” e “Born hunter (Not the prey)” rappresentano altri passaggi intriganti del programma, capaci di sfruttare con un certo buongusto modalità operative collaudate e consolidate.
Un bel passo in avanti, insomma, che però non è ancora il balzo necessario a garantire ai Saints Trade l’ingresso trionfale in quel gotha del rock melodico a cui, per mezzi e attitudine, possono certamente ambire.
Recensione a cura di Marco Aimasso

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