Copertina 6,5

Info

Anno di uscita:2006
Durata:39 min.
Etichetta:Casket
Distribuzione:Audioglobe

Tracklist

  1. PAY ON DEMAND
  2. NINETY 8
  3. EQUALITY
  4. TAKE ON ONE AND ALL
  5. PLACE CALLED HOME
  6. FORENSIC
  7. LETHAL DOSE FOR ALL
  8. DEEP WITHIN
  9. PARASITE
  10. BREAK THE WALL

Line up

  • Craig: vocals, guitar
  • John: guitar
  • Lee: bass
  • Dave: drums
  • Nick: keyboards, samples, decks

Voto medio utenti

Da quando il progresso tecnologico ha semplificato e ridotto notevolmente i costi della produzione discografica, qualsiasi nuovo filone rock/metal si è incanalato sul medesimo percorso. Inizialmente c’è sempre una fase “underground”, durante la quale un ristretto manipolo di formazioni cerca di sviluppare un sound che contenga qualche elemento fresco ed originale. In seguito alcuni di questi gruppi riescono ad emergere ottenendo una certa visibilità e l’interessamento della stampa specializzata, ed in casi particolarmente fortunati anche di quella a larga diffusione. A questo punto il movimento musicale è pronto ad assumere i connotati di “fenomeno” più o meno di massa e di successo commerciale, in base alla potenza del supporto offerto dall’industria discografica. Ed ecco che inizia il periodo esplosivo della scena, che in rapporto all’importanza della stessa vede l’esordio di un certo numero di bands pronte a seguire quella specifica impostazione. Il processo si esaurisce immancabilmente entro alcuni anni, in seguito all’inflazionamento del settore, all’appiattimento del livello qualitativo, alla scomparsa del fattore novità ed alla nascita di qualche successiva corrente.
Il cerchio si chiude quando tutto tende a rientrare alla dimensione di partenza, solitamente con la presenza degli esponenti migliori e con il sostegno di un nucleo di appassionati della prima ora.
Chi non ha abbandonato la lettura del lungo preambolo, ora saprà che mi era utile per introdurre gli Psylence, gruppo britannico al suo primo full-lenght.
Il discorso ha senso perché questa è la classica formazione che si colloca in modo ordinato e diligente all’interno di una specifica scena, dopo averne attentamente studiato le caratteristiche nei minimi dettagli. Nel caso degli inglesi la scelta è caduta sul moderno metalcore, quello delle ritmiche sostanziose e violente abbinate ai riffs di thrash evoluto ma con l’occhio sempre ben attento alla componente melodica.
Gli Psylence eseguono tutto con precisione e buona potenza, in alcuni frangenti caricano a testa bassa sul versante metal, ad esempio in “Ninety 8” sul modello Machine Head, in altri accentuano la vena modernista con i soliti duetti tra voce pulita ed urlata e l’aggiunta saltuaria di cori che vanno alla ricerca di un’immediatezza orecchiabile.
Troviamo anche sparse infiltrazioni elettroniche, le più marcate in “Forensic” mentre sono più rare altrove, che giustificano la presenza di un addetto alle tastiere e marchingegni vari. I brani comunque seguono tutti una struttura molto simile, con una prima fase di aggressività ultra-heavy che si interrompe in occasione dei ritornelli, come al solito sottilmente pop-rock e giocati sui contrasti vocali, per riprendere subito dopo la medesima intensità metallica.
Per fare qualcosa di diverso viene tirato in ballo perfino Martin Luther King, mettendo una sua famosa registrazione come intro di “Equality”, peraltro uno degli episodi migliori del lavoro, ma in generale i testi non trattano temi di protesta sociale o ribellione al sistema e vertono piuttosto su amare riflessioni intimo-personali. Altra lieve particolarità dell’album è la scelta di produrre i suoni con un aspetto meno meccanico e chirurgico del consueto, lasciando un sottofondo di ruvidità che attutisce la sensazione di un incedere da catena di montaggio.
A questo punto è chiaro che il gruppo ha applicato alla lettera tutte le regole base del genere e non essendo né un pioniere, né evidenziando spunti particolarmente brillanti o canzoni realmente memorabili, possiamo ricondurlo al discorso iniziale come onesto praticante di questa specifica scena. Per chi segue il settore è un buon disco da inserire nella collezione, per gli altri è uno dei tanti lavori metalcore/nu metal che non modifica la loro opinione su tale filone.

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