Copertina 7,5

Info

Anno di uscita:2006
Durata:44 min.
Etichetta:Metal Blade
Distribuzione:Audioglobe

Tracklist

  1. PAIN IS THE REASON
  2. DESCENT
  3. EXTRACT
  4. OMNIPRESENCE
  5. INTERVENTION
  6. BLISS IN VAIN
  7. FORCED TO BREATH
  8. LUSTRUM
  9. PAERIL’S DIVINITY
  10. SOLIDIFIED FOUNDATION
  11. FADING IMPRINT
  12. THE WALLS ARE PERMANENT
  13. FINDING A WAY BACK

Line up

  • Jason Ingram: vocals
  • Peter Layman: guitars
  • Mike McClatchey: guitars
  • Dave Small: bass
  • Adam Elliot: drums

Voto medio utenti

I californiani Apiary sono dei debuttanti, folgorati sulla via del math-core di bands come Dillinger Escape Plan e Converge, con un occhio ai Meshuggah, soprattutto perché la voce di Jason Ingram è molto simile a quella di Jens Kidman.
Parliamo quindi di musica disturbante, estremamente tecnica, articolata, ricca di riffs stoppati, accelerazioni brucianti e rallentamenti altrettanto repentini. “Lost In Focus” è un disco pieno di dissonanze e disarmonie che dopo arzigogolati giri si ricongiungono sotto la bandiera della brutalità e della devastazione, frutto di assalti lancinanti, dove la matematica è applicata al rumore, un rumore mastodontico che non lascia spazio a melodia che non sia malata e totalmente deviata.
Il difetto principale di questo disco è anche il suo maggior pregio, ovvero il suo essere monolitico, che in questo caso non è sintomo di scarsa creatività della band bensì un effetto voluto, almeno è ciò che ho creduto di trarre dalle tredici tracce in oggetto.
Canzoni come “Descent”, “Forced To Breath” e “Fading Imprint” stupiscono per la carica di livore che si tirano dietro, grazie anche a chitarre secche, taglienti, con una produzione asciutta ma efficace.
Come debutto questo “Lost In Focus” è davvero niente male, pur se bisogna dire che l’originalità non è proprio il suo forte, e dischi così non è la prima volta che giungono alle mie orecchie. Soltanto nella conclusiva “Finding A Way Back” la band cerca di fare qualcosa di diverso dall’assalto diretto e al calor bianco, con una canzone che somiglia più a certi mostri compositivi frutto della penna di gente come Neurosis o Mastodon. Penso che in futuro la band debba cercare di mettere a frutto le proprie qualità in una direzione più personale, pur se al momento non c’è proprio, ma proprio, male.
Recensione a cura di Luigi 'Gino' Schettino

Ultime opinioni dei lettori

Non è ancora stata scritta un'opinione per quest'album! Vuoi essere il primo?

Ultimi commenti dei lettori

Non è ancora stato scritto nessun commento per quest'album! Vuoi essere il primo?
Queste informazioni possono essere state inserite da utenti in maniera non controllata. Lo staff di Metal.it non si assume alcuna responsabilità riguardante la loro validità o correttezza.