Phoenix Mourning - When Excuses Become Antiques

Copertina 4,5

Info

Anno di uscita:2006
Durata:54 min.
Etichetta:Metal Blade
Distribuzione:Audioglobe

Tracklist

  1. ACROSS TWENTY SIX WINTERS
  2. CONTRAST
  3. NICHE'
  4. ONE JANUARY MORNING
  5. WHEN THE SKY FALLS
  6. FROM AFAR
  7. A NEW DECOR
  8. ETCHED
  9. THE ORNAMENT
  10. WAITING FOR THE KING
  11. MY FUTURE ACTRESS
  12. GLASSKISS
  13. A2.5
  14. 12.5

Line up

  • Jeremiah Ruff: vocals
  • Ahmed Smith: guitars
  • Stephen Bowman: guitars
  • Marshall Gibson: bass
  • Kerry DeWitt: drums

Voto medio utenti

Quando ho aperto il pacchetto dei cd speditomi dalla redazione, mi sono sorpreso nel trovarmi un disco di power-prog. Almeno questa è stata la mia primissima sensazione, dopo aver visto l'artwork, assolutamente fuorviante, di " When Excuses Become Antiques ", full lenght di debutto per questi Phoenix Mourning, quintetto metalcore proveniente dagli States ( così mi è parso di intuire ). Devo dire subito che il disco non è un granché e svariati sono i motivi della bocciatura. Prima cosa il songwriting non risulta ispirato per nulla, ed arrivare alla fine di questi 54 minuti è alquanto difficile, visto che lo sbadiglio ed il gonfiore dei testicoli sono sempre in agguato. Solo in un paio di occasioni, una " Etched " melodica ed atmosferica oppure una " The Ornament " furbescamente catchy, si supera la soglia della mediocrità. Il combo è giovane, è al debutto, quindi hanno sicuramente tutte le attenuanti dalla loro parte; quello che si deve considerare è che il metalcore ha quasi terminato il suo cammino, difficilmente esce qualcosa di veramente valido sul mercato. Come sempre accade con l'esplosione di qualche trend, si assiste alla lotta per il sopravvivere. I vincitori sono e saranno sempre quelli con una marcia in più, ossia un songwriting fresco e credibile. Questi Phoenix Mourning, oltre a scrivere brani banali e scontati, dimostrano anche delle deficienze tecniche. In primis la voce di Jeremiah Ruff, oltre modo fastidiosa nel suo stridulo screaming hardcore, mentre nelle clean vocals risulta essere uno dei tanti della scena. Il riffing dei due chitarristi è di quello tipo " radiamo tutto al suolo " ma alla lunga stanca, visto che per comporre musica decente occorre utilizzare prima il cranio e poi i muscoli. Quindi ci si trova tra le mani un dischetto inutile, uno di quei titoli ( veramente troppi!!! ) che và ad intasare ulteriormente gli scaffali dei negozi. Un consiglio? Passate oltre.
Recensione a cura di Andrea 'ELASTIKO' Pizzini

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