Copertina 7,5

Info

Genere:Black Metal
Anno di uscita:2019
Durata:33 min.
Etichetta:Independent

Tracklist

  1. SPASM OF LIGHT

Line up

  • R: drums
  • O: guitars
  • T: vocals

Voto medio utenti

Non sono mai stato un assertore dell’assioma “etichetta X = ottima band” , semplicemente perché non è vero, un’etichetta può avere una linea discografica che riflette più da vicino i nostri gusti personali, ma questo non vorrà mai dire che corrisponderà necessariamente con l’eccellenza assoluta ma … ma se mi è venuta spontanea questa riflessione è perché l’Amor Fati, ancora una volta ha messo in commercio un album che, lungi dall’essere un capolavoro epocale, riesce a distinguersi in maniera super positiva da tutta la feccia plastificata che spesso ci troviamo ad ascoltare oggi giorno e inevitabilmente ha attirato la mia attenzione a tal punto di decidere di parlarvi di quest’opera unica … cos’ha di così “eccezionale” questa band? Probabilmente niente, cos’ha di unico? Beh di unico innanzitutto ha questo debut album che si articola intorno ad una sola traccia di 33 minuti … forse troppi per una qualsiasi band, figuriamoci per una band estrema e invece quando arriverete alla fine di “Spasm Of Light” sentirete un irrefrenabile bisogno fisico e psicologico di ripartire nell’ascolto e di essere di nuovo travolti dall’assalto sonoro dei nostri tre olandesoni … A differenza di quello che si potrebbe facilmente pensare, “Spasm Of Light” non è un album/pezzo atmosferico, non è un alternarsi di arpeggi e momenti di riflessioni, no, è un assalto sonoro post apocalittico dalle forti reminiscenze nucleari … Entrare nel lungo vortice di questo pezzo sarà come ascoltare la pura essenza di “Welcome To My Planet” di Octinomous filtrata con la furia distruttiva degli Aborym periodo “Fire Walk With Us” / “With No Human Intervention” … un’unica sinfonia disperata, dove le lancinanti grida di T (già all’opera con gli ottimi Nusquama) ricorderanno certamente il mood suicida di Natramm (Silencer), fungendo più da sfogo interiore dell’anima che non per lanciare chissà quale messaggio. I due momenti di “pausa” posti a metà e a fine pezzo, non fanno che ridare un attimo di lucidità in questo inno alla follia, ancora più incredibile se pensiamo che dietro non ci sono macchine, ma uomini … Nuclear warfare !!!

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