Debutto per i
Chaoswave, italiani ma con un tocco di internazionalità per la presenza in formazione del chitarrista danese Henrik Rangstrup (anche nei Sinphonia), il quale dopo il suo trasferimento in Italia è stato il fulcro per la nascita dei Chaoswave. Una band che si è rivelata subito decisa e concreta, in grado di arrivare piuttosto velocemente all'esordio discografico, sotto le ali dell'etichetta olandese DVS, e di farlo con un ottimo album quale si è rivelato "The White Noise Within".
Moderne, avvincenti e spietate, ecco come si presentano le canzoni (a parte la breve e malinconica "The End of Me"), in quello che si può descrivere come un mix di Nevermore, Fear Factory e Lacuna Coil, anche se non rende completamente giustizia ai Chaoswave.
Gli sprazzi melodici che attraversano, ad esempio, la devastante "Hate Create" e "Mirror", oppure la furia controllata di una "Swept Away", non si copiano e tantomeno s'improvvisano: si hanno nel sangue. Certo, è innegabile che la voce e l'approccio vocale di Giorgia Fadda ricordino proprio quello di Cristina Scabbia, tuttavia la sua controparte maschile, Fabio Carta, non cerca lo scontro vocale, evitando di ricreare quelle stesse soluzioni adottate dai Lacuna Coil, cantando sì aggressivo ma limitando i toni growl, e dai loro duetti nascono brani vincenti come "Indifferent" o "The Wasteland Of Days". Da parte sua Rangstrup macina riffs in quantità industriale, creando un vero muro sonoro dal quale non si retrae nemmeno la sezione ritmica composta da Marco Angioni e Raphael Saini. Tutto questo fa di "The White Noise Within" un album assolutamente compatto, e per evitare che si trasformi in un insieme monocorde (qualche passaggio tende in ogni caso ad uniformarsi) i Chaoswave piazzano la già citata "The End of Me" e pur la conclusiva "See Nothing, Hear Nothing, Say Nothing", dove arrischiano qualche sperimentazione in più, sia sul piano musicale (gli inserti elettronici ed un arrangiamento quasi progressive) sia su quello vocale.
In definitiva un gran bel lavoro, manca solo "quel" guizzo... il pezzo vincente.
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