Copertina 7,5

Info

Genere:Black Metal
Anno di uscita:2019
Durata:60 min.
Etichetta:Third-I-Rex

Tracklist

  1. TRAUMA
  2. AWAKE, WAKING!
  3. SCHIZOPHRENIA
  4. BLACK HOLE
  5. BEYOND THE HUMAN
  6. OBLIVION
  7. THE TIME OF THE STARS

Line up

  • Nefastus: vocals, guitars, bass, programming

Voto medio utenti

La Third I Rex, rispolvera una piccola perla oscura dell’underground estremo italiano.
Questo disco della one-man band guidata da Nefastus registrato nel 2013, ma rimesso a nuovo dal nostro per questa release ufficiale, merita di venire riscoperto.
Un album di sette tracce dove il black metal di origine nordica si fonde con materia oscura e scariche elettroniche.
L’opener “Trauma” è un brano lento, asfissiante e devoto ai Darkthrone più doom.
Riffing nerissimi, batteria lenta e qualche accenno melodico delle tastiere danno una cadenza oscura alla marcia.
Lo screaming è feroce, doloroso e animalesco; un grido disperato verso un cielo nero.
Il brano ha anche una sfuriata in blast beat con parti elettroniche in sottofondo che rendono ancora più deviata la proposta musicale.
Schizophrenia“, é una marcia devastante di puro black metal feroce e colmo di odio.
La batteria é suonata con perizia e i riffing freddi di ispirazione norvegese, con incursioni di screaming filtrato e trattato elettronicamente rendono il tutto ancora più maligno e selvaggio.
Il blast beat é furioso, e con il tono monotono della chitarra con le incursioni elettroniche offrono uno spaccato estremo difficile da non prestargli attenzione.
All’interno c’é anche una parte cadenzata; una cavalcata maligna prima che prenda di nuovo il sopravvento l’attacco senza pietà.
Beyond the human”, è puro e semplice attacco a testa bassa con riffing zanzarosi, monotoni e blast beat intenso.
Il riffing del nostro é chiaramente ispirato al black metal scandinavo ma c’è anche personalità come lo screaming animalesco messo in secondo piano rispetto alla musica.
La conclusiva “The time of the stars”, é il brano più lungo del lotto; partenza cadenzata con riffing e tastiere, batteria lenta dai toni doomy e screaming che erompe nella sfuriata in blast beats.
Il brano ha anche una parte più lenta, quasi ragionata, atmosferica, dove le chitarre arpeggiate ricamano melodie dissonanti e i beats elettronici aprono dimensioni ultraterrene.
Il brano nella parte in up tempo sembra recitare una sorta di salmo, un’invocazione alle presenze maligne, con una voce pulita che s’innesta con lo screaming in sottofondo per poi devastare il tutto con un blast beat selvaggio e una coda rumorista.
Gran bel disco, originale, denso di atmosfera nera soffocante e malsana, un album che va preso e conservato con rispetto e deferenza; esempio!
Recensione a cura di Matteo Mapelli

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