Copertina 7,5

Info

Genere:Gothic / Dark
Anno di uscita:2018
Durata:44 min.
Etichetta:Prophecy Productions

Tracklist

  1. OMEGA
  2. WALK IN TWILIGHT
  3. TO LIVE TO DIE
  4. BLACK AURA
  5. THE SECRET FIRE
  6. WORLDS APART
  7. LAINAKEA
  8. SURRENDER
  9. LOST SOULS
  10. BROTHER OF THE ORDER
  11. MAGUS OF THE DUNES

Line up

  • Bard Oberon: vocals, guitars, bass, keyboards, percussion
  • James F.: guitars
  • Jan Petter Sketting: guitars, percussion
  • Tory J. Raugstad: drums

Voto medio utenti

All’attivo da più di vent’anni (il demo “Through Time & Space” risale al ’94) e giunto al terzo full-lenght (secondo sotto l’egida della Prophecy), il cantautore Bard Oberon (o Bard Titlestad) rilascia la nuova creatura del suo omonimo progetto, ormai una band a tutti gli effetti, dedita a sonorità goth piuttosto care alla scena tedesca di appartenenza, ma molto legate a tutta l’evoluzione del genere nella sua storia, vale a dire il dark-rock britannico, le evoluzioni alternative/synth-rock o i rimandi neo-folk. Gli Oberon potrebbero apparire ad un primissimo ascolto come l’ennesimo e anonimo contributo al gothic-rock inglese, tra ritornelli orecchiabili, anthemici e pennate chitarristiche graziate, ma c’è ben altro oltre la forma. Liriche e concept elaborati da Bard riportano un approfondito interesse per tutto ciò che concerne la filosofia new age, spaziando dalla cabala, all’astrologia, ma mai presentate con superficialità. Il fatto che la musica raccolga tutte queste influenze in veste piuttosto orecchiabile non può che essere il connubio giusto. La poetica di Oberon è magica, delicata, amena. Se si alternano pennate rockeggianti come la opener “Omega” o lo sporco post-punk di “The Secret Fire”, c’è spazio per inserti elettronici perfettamente calibrati (“Surrender” e “Brother of the Order”) o omaggi al neo-folk sempre britannico (la magnifica “Worlds Apart”, più Sol Invictus che gli oscuri e marziali Death In June). E la vena cantautoriale lascia comunque spazio al supporto degli altri membri del gruppo, ormai solido dopo anni di cambi repentini. Un lavoro che porta avanti la lezione del gothic-rock nel nuovo millennio, dove non gode più del meritevole risalto mediatico come negli ormai perduti anni ’80, ma aleggia nell’ombra, sempre in vita e pronto a ricordare che la qualità non viene meno anche se non si scalano le classifiche nazionali. Per chi è cresciuto con The Mission, Sisters of Mercy o Bauhaus, “Aeon Chaser” è un tassello immancabile, che porta speranza. Per chi invece esce dai confini del metal con ancora un po’ di scetticismo, potrebbe essere l’occasione per apprendere la grandezza di un genere, qui ribadita con umiltà e risolutezza. Se c’è la firma della Prophecy, del resto, la proposta può essere solo vincente.
Recensione a cura di Max Firinu

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