Copertina 8,5

Info

Genere:Gothic / Dark
Anno di uscita:2003
Durata:49 min.
Etichetta:Prophecy
Distribuzione:Audioglobe

Tracklist

  1. LIGHTS OUT
  2. EVERYTHING YOU KNOW IS WRONG
  3. THE ART OF A SOFT LANDING
  4. EXPIRE
  5. IN STONE
  6. REALITY CLASH
  7. DRAM
  8. TERMINAL

Line up

  • Mick Moss: guitars, bass, keyboards, vocals
  • Duncan Patterson: bass, guitars, keyboards, programming
  • Michelle Richfield: vocals
  • Hayley Windsor: vocals
  • Jamie Cavanagh: add. percussion

Voto medio utenti

Il precedente 'Saviour' era un album già di per se fantastico. Bene, questo 'Lights Out' è un album che si posiziona candidamente e senza ombra di dubbio ad un gradino ancora più elevato. Detto ciò, lasciate che vi traghetti, alla stregua di un improvvisato Caronte, attraverso i meandri più angusti ed i barlumi più fiochi di questo vellutato capolavoro, affinché anche voi possiate calarvi nell’arte e nella poesia di ‘Lights Out’. Un suono di sirena squarcia il prezioso silenzio liturgico dell’avvio del cd, per poi lasciare il posto ad un drammatico pianoforte, che su un tappeto Ambient disegna una toccante melodia, ricolma di tristezza e di pathos…le tenue luci oramai hanno perso la loro chiara identità, frastagliandosi tra le goccioline umide della nebbia, che pian piano le avvolge, soffocandole. La seguente ‘Everything You Know Is Wrong’ (titolo quanto meno emblematico) riprende le atmosfere e le allucinazioni dinamiche (leggi “spaziali”) tanto care ai Pink Floyd, dilatando ancora di più l’ambiente, donando visioni eteree, quasi lisergiche, ma che scavano nel profondo, nel subconscio, nell’innominabile frustrazione del vivere. La soffusa ‘The Art Of A Sort Landing’ richiama alla mente lontani ricordi di vite vissute, accentuate dal duetto della voce maschile con quella femminile, prima di esplodere in un ossessivo ed incalzante climax musicale, che comunque ricade nel baratro della desolazione non appena l’apice ne viene raggiunto…’Expire’ riprende un pochino le composizioni del precedente ‘Saviour’, indurendo languidamente l’atmosfera del platter, finché le porte dell’ignoto non vengono spalancate da ‘In Stone’, ove Patterson impartisce pulsazioni vitali, pronte ad aprire gli occhi sulla tristezza del refrain della chitarra. Altra gemma è la seguente ‘Reality Clash’, song degna di essere la colonna sonora di una pellicola in cui romanticismo e decadentismo sono gli attori principali: forse questa track rappresenta la massima espressione di Antimatter, rimanendo impalpabile nella sua armonia, riprendendo ancora una volta il verbo pinkfloydiano, spingendolo fino al mare della perdizione, ove solo la natura delle cose sembra seguire il proprio corso. La penultima ‘Dream’ fa riassaporare alcune sonorità più prettamente Goth e decisamente più Pop, ove le voci femminili sono sempre sugli scudi, regalando emozioni su emozioni e lasciando comunque la libertà di agire ad atmosfere pregne di ossessione sudata, quasi a simulare un orgasmo tra le lenzuola umide di due corpi avvinghiati dall’amore. Non mi resta che sperare che il viaggio sia stato di vostro gradimento, mie sensibili anime… e voltandovi indietro sentirete riecheggiare il vostro nome che si infrange tra le onde e le scogliere, sospirato dalla conclusiva ‘Terminal’… e le labbra suadenti della Regina della Notte sfioreranno ancora una volta il vostro sogno, bruciando in un bellissimo, drammatico soffio di vita. Album assolutamente imperdibile, assolutamente da avere… ove risiedeva l’anima degli Anathema, è oramai cosa risaputa…
Recensione a cura di Massimo 'Whora' Pirazzoli

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