Copertina 7,5

Info

Genere:Black Metal
Anno di uscita:2018
Durata:36 min.
Etichetta:Eisenwald
Distribuzione:Audioglobe

Tracklist

  1. THOSE WHO DWELL IN THE SPIRAL DARK
  2. WHITE JAW

Line up

  • O.: vocals, guitars
  • M.: drums

Voto medio utenti

L'esordio discografico degli olandesi Solar Temple è un album composto da soli due brani.
Due brani lunghissimi, quindici e venti minuti, in cui il duo, che mantiene l'anonimato, si cimenta in un black metal piuttosto particolare, vorticoso nei suo incedere, desolante nelle ottime melodie, inquietante nei rumori di fondo, dal taglio quasi sciamanico per le atmosfere ricche di echi distanti e profondi vocalizzi sussurrati, ma anche in grado di ferire l'ascoltatore per la sua barbarie, sebbene sia l'aspetto atmosferico quello certamente dominante e maggiormente caratterizzante.
"Fertile Descent" è una sorta di esperienza sonora ipnotica, invitante e calda, che sembra suggerire uno stato di profonda rilassatezza per essere goduta a pieno, come se il gruppo avesse voluto spogliare il metallo nero del suo alone malvagio e lo avesse voluto rivestire, invece, di spirito della natura e di suggestioni mistiche che, in ogni caso, si trovano intrecciati in un suono estremo, tagliente e, certamente, personale a testimonianza della qualità di un progetto "diverso" e meritevole di attenzione.
I Solar Temple, già all'esordio, dunque, dimostrano grandi capacità: riescono, infatti, a dare vita ad incisive atmosfere epiche ed a comporre splendidi riff gelidi come la neve "mascherando" il tutto con quella patina all'odore di incenso alla quale accennavo prima e diluendo tutti i molteplici aspetti del loro suono in pezzi che, seppur molto lunghi, non annoiano mai, creando, tra l'altro, un ideale punto di incontro tra il black metal nordico dei primi anni '90 e le più moderne derivazioni di natura cascadian che hanno caratterizzato il genere oltre oceano, sempre e comunque nell'ambito di una marcata personalità che emerge vivida e potente.
Credo che non dare una opportunità ad un album così fiero, potente, melanconico e magniloquente sarebbe un grosso errore da parte di coloro i quali sono alla ricerca di musica di qualità, a prescindere dal genere.
Un inizio coi fiocchi.
Recensione a cura di Beppe 'dopecity' Caldarone

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