Copertina 6

Info

Genere:Death Metal
Anno di uscita:2018
Durata:41 min.
Etichetta:20 Buck Spin

Tracklist

  1. MANOR OF INFINITE FORMS
  2. BLOOD MIRROR
  3. ABYSSWALKER
  4. FINAL STRUGGLE OF SELVES
  5. GORED EMBRACE (CONFRONTING BIODEGRADATION)
  6. CHAMBER OF SACRED OOTHECA
  7. TWO WORLDS BECOME ONE

Line up

  • Max Klebanoff: Drums, Vocals
  • Payson Power: Guitars
  • Derrick Vella: Guitars, Bass
  • Steve Musgrave: Bass

Voto medio utenti

A solamente un anno di distanza dal debutto "Primordial Malignity", i canadesi Tomb Mold tornano alla carica con il loro secondo full-length "Manor Of Infinite Forms" e dimostrano non essere rimasti con le mani in mano dall'uscita del loro primo lavoro: il risultato del lavoro della band sono 41 minuti di death metal cupo e feroce, principalmente influenzato dalla scuola scandinava ma senza risultare l'ennesima band clone di Entombed o Dismember, anche grazie a una certa ricerca melodica (termine da prendere con le pinze, stiamo pur sempre parlando di death metal) e ad un tentativo di dare ai brani una struttura coesa e talvolta anche un po' più articolata. Certamente i Tomb Mold si danno un gran daffare per tentare di proporre della musica certamente legata ai classici stilemi del genere ma senza per questo rinunciare a dare un tocco personale al proprio death metal: i brani infatti, pur suonando grezzi ed ignoranti, si articolano in minutaggi più elevati rispetto alla media del genere e cercano di suonare più dinamici con vari cambi di tempo, di atmosfera e senza ricorrere alla velocità a tutti i costi. Interessante anche la già citata vena melodica della band, che ne denota l'intento di rendere i brani intelligibili e certamente più memorizzabili, senza per questo scadere in soluzioni zuccherose o fuori contesto, soprattutto nei rallentamenti sulfurei che invitano più volte a scapocciare.
Nonostante le encomiabili intenzioni dei Tomb Mold, il disco scorre via senza particolari intoppi ma al contempo anche senza particolari sussulti a causa di un songwriting che pecca di quella freschezza e di quei guizzi che permettono a una band che suona un genere ormai codificato di brillare ed ergersi sulla concorrenza.
L'augurio è quello che la band canadese affini le proprie capacità compositive per spiccare definitivamente il volo e ritagliarsi uno spazio di rilievo nell'affollata scena death metal underground, ma allo stato attuale delle cose i Tomb Mold si perdono nella miriade di gruppi che propongono un death metal di stampo tradizionale.
Recensione a cura di Michele ’Coroner’ Segata

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