Copertina 9

Info

Anno di uscita:2018
Durata:138 min.
Etichetta:Inside Out

Tracklist

  1. FROM THE ROOFTOPS
  2. LIFE IN STILL WATER
  3. ONE
  4. PALE FIRE
  5. SEVEN STARS
  6. SOS
  7. PIECES OF ME
  8. FIREFLY
  9. THE LIGHT AND SHADE OF THINGS
  10. WISH
  11. ANOTHER PERFECT DAY
  12. SILENT CRIES
  13. AND YET IT MOVES
  14. STILL REMAINS
  15. NOTHING LEFT TO SAY
  16. ACQUIESCENCE
  17. THE ELEVENTH HOUR
  18. POINT OF VIEW
  19. FALLING
  20. A PLEASANT SHADE OF GRAY, PT. IX
  21. THROUGH DIFFERENT EYES
  22. MONUMENT
  23. EYE TO EYE

Line up

  • Ray Alder: vocals
  • Jim Matheos: guitars
  • Joey Vera: bass, vocals
  • Bobby Jarzombek: drums
  • Mike Abdow: guitars, vocals

Voto medio utenti

Ci voleva un nuovo live dei Fates Warning. Ci voleva perché sono già passati vent’anni dal precedente “Still Life” nel quale la band celebrava il monumentale “A Pleasant Shade Of Gray”. Ci voleva perché “Theories Of Flight” ci ha restituito ad altissimo livello una delle band più importanti ed influenti nella scena prog degli ultimi 30 anni.

Le registrazioni del live risalgono all’ultimo tour europeo svoltosi tra Germania, Serbia, Slovenia, Ungheria, Grecia e - grazie a Dio - anche Italia. Scorrendo il booklet scopriamo che ben 4 dei pezzi in scaletta sono tratti dalle date italiane di Roma e Milano (sì, io c’ero, ndr).

Il doppio cd - per un totale di 23 pezzi - contiene tutto quello che i Fates Warning abitualmente sciorinano nei propri live: una sezione ritmica tecnica e compatta (impressionante il drummer Bobby Jarzombek), chitarre che saltano con grande facilità tra ritmiche serrate e melodie delicatissime, e un cantante come Ray Alder che, pur non toccando più le vette acute di qualche anno fa, emoziona come pochi colleghi riescono a fare.

La tracklist è sostanzialmente un "the best" dell’epoca Alder, con estratti dell’ultimo album - su tutti la splendida “The Light And Shade Of Things” - grandi classici quali “The Eleventh Hour”, “Point Of View”, “Monument”, “Through Different Eyes”, e pezzi tratti dal più aggressivo “Disconnected”. Unica concessione a “A Pleasant Shade Of Gray” è "Part IX" (la “ballad” del disco). Il poco spazio riservato a tale album è il classico pelo nell’uovo di un prodotto altrimenti fantastico. È altresì vero che dimensione e qualità del catalogo della band hanno sicuramente comportato scelte “limitative”.

In definitiva un must have per i fan, e un’occasione di ravvedimento per chi ancora non conoscesse la band.

A cura di Paolo "Pera" Perazzani


Recensione a cura di Ghost Writer

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