LAle - Disappointments Are Born From Illusions

Copertina 7

Info

Anno di uscita:2018
Durata:48 min.
Etichetta:RNC Music

Tracklist

  1. UNCONVENTIONAL
  2. MY LIFE (SMILE AT THE PAIN)
  3. FATE
  4. EVERYBODY'S FOOL
  5. ALMOST LOVER
  6. LAST SONG
  7. GUILTY
  8. MY TRUTH
  9. MY OLD PAIR OF DARK WINGS
  10. ASPHALT
  11. THE BACKDOOR
  12. LULLABY

Line up

Non disponibile

Voto medio utenti

Bella sferzata di energia quella proveniente da LAle, al secolo Alessandra Sancio, che presenta il suo album di debutto "Disappointments Are Born From Illusions", sebbene fosse già stata protagonista in quel di Sanremo Rock - e non solo - con la sua band Moksha, prima di affrontare una carriera solista.

Carriera solista che inizia col passo giusto, anche grazie alla presenza di Marco D'Andrea dei Planethard che produce e contribuisce alla stesura di questo "Disappointments Are Born From Illusions", un disco senza dubbio dal tiro moderno e frizzante, molto rivolto ad un'audience radiofonica ma che per fortuna non disdegna anche un certo approfondimento culturale dietro ogni brano, cosa che la musica come forma d'arte non dovrebbe mai trascurare...

Dati come assiomi le capacita tecniche del buon D'Andrea, che già conoscevo, e quelle della brava Sancio che possiede senza dubbio una timbrica potente e riconoscibile (la vedrei molto bene in un progetto classic metal di vecchia scuola, non le poweriste/sinfoniche di oggi che sono di moda e sono tutte uguali), rimaneva solo da verificare il funzionamento dei brani e c'è da dire che al netto di qualche lieve calo negli standard qualitativi qua e la', come "Asphalt", che però gode di un buonissimo chorus, la semi-ballad conclsiva "Lullaby" ed "Everybody's Fool", piuttosto moscia e scontata rispetto al resto della produzione, ma è invece un piacere l'ascolto del disco nella sua globalità, passando da brani praticamente dal taglio hard rock come "Last Song" ad altre nettamente FM rock, come le entusiasmanti "My Truth" o "My Old Pair of Dark Wings"; ottima invece la tripletta iniziale di apertura, com'è giusto che sia, con l'energica "Unconventional Sin", "Fate" e "My Life", a nostro avviso il brano più incisivo e grintoso - nonchè riuscito - di tutta l'opera.

Da segnalare la presenza di una cover, ovvero il brano “Almost lover” di A Fine Frenzy di cui ammetto tranquillamente la mia ignoranza metallica, e l'ottima produzione che conferisce un taglio notevolmente internazionale a questa opera prima di LAle, con la sensazione che decisamente non sarà l'ultima.
Recensione a cura di Gianluca 'Graz' Grazioli

Ultime opinioni dei lettori

Non è ancora stata scritta un'opinione per quest'album! Vuoi essere il primo?

Ultimi commenti dei lettori

Non è ancora stato scritto nessun commento per quest'album! Vuoi essere il primo?
Queste informazioni possono essere state inserite da utenti in maniera non controllata. Lo staff di Metal.it non si assume alcuna responsabilità riguardante la loro validità o correttezza.