Copertina 4

Info

Genere:Heavy Metal
Anno di uscita:2005
Durata:40 min.
Etichetta:Black Lotus
Distribuzione:Audioglobe

Tracklist

  1. HIGH HEELS AND FISHNET STOCKINGS
  2. BEERRUN
  3. KICK
  4. ROUGH LOVE
  5. DEEPER
  6. JUICY LUCKY
  7. TOO SLOW ABOVE
  8. DELIVERANCE
  9. OPUS SUITE

Line up

  • K2: vocals
  • Dave Bomb: guitar
  • Andy Boss: guitar
  • Dr. Shmutz: bass
  • Rick Hagan: drums

Voto medio utenti

La nota all'interno del booklet presenta gli Absolute Steel come una grande band party metal, amante di Motley Crue, Gotthard, Sacred Steel e ciò ha stimolato non poca curiosità nel sottoscritto dal momento che di band valide in questo ambito non ce ne sono poi tante. E invece devo riconoscere con grande dispiacere che i cinque norvegesi falliscono miseramente con questo album che ha tante pretese e vorrebbe essere tanto carico dello spirito da party che aveva il metal negli anni ottanta, ma che lascia solamente l'amaro in bocca, anche dopo svariati ascolti. Non basta riempire la biografia di riferimenti a band o a movimenti a cui si sarebbe voluti appartenere, si deve dimostrare con i fatti di saper padroneggiare uno stile, di averlo nel sangue e con questo disco, "Womanizer", gli Absolute Steel danno solo prova di una discreta dimestichezza strumentale e poco più; il lotto di nove canzoni propone momenti validi, vedi l'opener o la convincente "Deeper", ma sono troppi i cali anche nelle canzoni stesse. Tra l'altro per quanto si possa amare un genere di musica non è mai buona norma ricopiare pedissequamente i propri numi tutelari e invece il disco dà la continua impressione di essere un copia/incolla di Accept, Manowar, Sacred Steel, Gotthard. Inoltre a marcare ancora più decisamente l'insuccesso c'è la prova moscia e monocorde di un cantante che probabilmente ha le carte in regola per farsi valere, ma che sforza la voce troppo spesso in acuti che non può assolutamente sostenere, adagiandosi troppo spesso su tonalità non sue. A condire il tutto una produzione "plastica" e piatta che non aiuta certo nell'economia di un disco di metal classico che necessiterebbe di suoni più duri e secchi. Insomma "è tutto da buttare?" vi chiederete voi... beh proprio tutto no perchè in ogni caso, come accennato all'inizio, la band con gli strumenti ci sa fare abbastanza e proporre oggi un tipo di musica di questo tipo è molto coraggioso, quindi la speranza che i Nostri possano magari far tesoro dell'esperienza live, di qualche tempo passato in studio e produrre poi un disco con le suddette sonorità ma con un pò di farina del proprio sacco c'è eccome; aspettiamo fiduciosi.
Recensione a cura di Alessio 'Slayer' Noè

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