Quando ho letto che i Demiurge erano francesi, il cuore mi si è empito di speranza, alla luce della notevole qualità che la scena estrema francese ha saputo esprimere ultimamente. Quando poi ho letto che il gruppo si autodefiniva “unholy brutal death metal”, mi son fatto ben goloso. Pregustavo già lo stupro dei miei padiglioni auricolari, e un po’ provavo già piacere, anche solo all’idea.
Dopo essermi sorbito i quasi 50 minuti di questo “Call Of The Undead” posso pure dirvi che questo disco è una porcata immonda!
50 minuti di rumore indistinto, con una produzione ed una registrazione non degne nemmeno del peggiore dei demo. Il disco ha tanto di intro e outro noise e un pezzo strumentale, ma non vi preoccupate, solo quelli più allenati di voi potranno distinguerli dai restanti pezzi, e specificatamente quelli di voi che hanno ogni giorno a che fare con i martelli pneumatici e le betoniere. Senza contare la blasfemia puerile e pusillanime del concept, ammesso che si possa chiamare tale l’accozzaglia di banalità che la band mette in mostra.
Non sto qui a spendere ulteriori parole su questa band e su questo disco. Da evitare come la peste bubbonica.
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