Copertina 7

Info

Genere:Death Metal
Anno di uscita:2018
Durata:38 min.
Etichetta:Massacre Records

Tracklist

  1. OPUS #6
  2. LET ME TELL YOU
  3. DARK HOURS
  4. HOLLOW PAINTINGS
  5. THE GREAT ESCAPE
  6. OPUS #2
  7. ART OF SILENCE
  8. MY TRUE BEING
  9. THE PAINTER AND THE SLEEPER
  10. FAREWELL
  11. OPUS #1
  12. BUILDING MY OWN FATE

Line up

  • Thorbjørn Jensen: vocals
  • Martin Arendal: guitars
  • Kasper Gram: bass
  • Rasmus Schmidt: drums

Voto medio utenti

Ammetto che normalmente la combo concept album+death melodico+gruppo nordeuropeo ai miei occhi ha quel quid in più, come gli occhi verdi in una ragazza per David Lo Pan nel celeberrimo film di Carpenter e quindi spesso rischio di farmi prendere da eccessivo entusiasmo.
Non è però questo il caso: "Aspirations of failure", secondo full length dei danesi Killing Gandhi edito da Massacre Records, a dispetto del nome "stravagante" del combo ha molti motivi per essere accolto con entusiasmo.

Giusto per dirne uno al basso ed alla chitarra troviamo Kasper Gram e Martin Arendel che, per chi non li conoscesse, facevano parte dei Wuthering Heights ed hanno contribuito a creare quel gioiellino power che risponde al nome di "The Shadow Cabinet".
Inoltre alla voce Thorbjørn Jensen, nonostante qualche filtro a volte inopportuno (nessuno ha parlato di un disco perfetto!), conferma come già nel precedente "Cinematic Parallels" di essere una delle realtà più interessanti nel panorama estremo odierno.
C'è tanta sostanza insomma...

Attraverso 12 tracce i Killing Gandhi ci raccontano come due uomini affrontino i loro fallimenti ed i loro successi sia in campo personale che professionale. La vicenda è un mix di fantasia e di vicende personali di Arendel.
E tutta la struttura del disco si comporta di conseguenza: dopo l'intro strumentale "Opus#6" da "Let me tell you" passando per "Dark Hours", "Hollow Paintings" sino ad arrivare a "The Great Escape" (probabilmente la miglior traccia dell'intero album) seguiamo la prima figura attraverso partiture musicali in cui sono evidenti i richiami a Dark Tranquillity ed a Mors Principium Est.
Riffs serrati, tirati ed estremamente veloci ma con una spiccata attenzione alla melodia si intersecano con cascate di synth e tastiere regalandoci pezzi sicuramente non complicati ma non banali o ruffiani.

Da "Opus#2" abbiamo poi altri quattro brani che passano al secondo protagonista dell'album, "Art of Silence", "My true being", "The Painter and the sleeper" e "Farewell", pur proseguendo sulle medesime coordinate della prima metà del disco sono intrise di una maggiore malinconia, hanno un mood più cupo proprio a sottolineare come diversi siano i modi di approccio alla vita dei due uomini. In "The Painter and the sleeper" abbiamo anche le ottime performance vocali di Maja Iven Ulstrup e Annemari Arendal che, alternandosi con Jensen danno vita ad una canzone dai due volti.
Ed infine, dopo l'ultimo interludio "Opus#1" è compito di "Building my own fate" chiudere il cerchio riunendo i due percorsi in un'ideale conclusione unica.
Interessante poi notare una sottigliezza; i due gruppi di canzoni che riferiscono a ciascun personaggio si concludono con un brano dal titolo vagamente di commiato o di addio: "The great escape" e "Farewell".....l'ho trovata una coincidenza singolare.

Vi bastano le mie parole per dare loro una possibilità? Non lo so, quello che so è che preferisco un disco come "Aspirations of failure" con tutte le sue imperfezioni rispetto a parecchia pattumiera che gruppi ben più celebrati stanno sfornando negli ultimi anni.

Killing Gandhi - "Art of Silence"


Recensione a cura di Alessandro Zaina

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