Copertina 5

Info

Genere:Gothic / Dark
Anno di uscita:2018
Durata:39 min.
Etichetta:Massacre Records

Tracklist

  1. KRäHEN AN DIE MACHT
  2. VIVA LA MUSICA
  3. GOTT IST IM REGEN
  4. SINNFLUT
  5. FUTTER FüR DIE SEE
  6. MEIN GLüHEND HERZ
  7. EIN KURZER AUGENBLICK
  8. MEERFLUCHT
  9. REQUIEM
  10. UNHEIL
  11. WENN MEIN HERZ ZERBRICHT (DIGIPAK BONUS)

Line up

  • Dave Jason : vocals, guitars, programming
  • Vincent Hübsch: guitars
  • Timo Joos: guitars
  • Bert Oeler: bass
  • Carlo Schmidt: drums

Voto medio utenti

"L'albero si raddrizza quando è piccolo".
Nei proverbi si nasconde molto spesso una grande saggezza.
Fuor di metafora era sciocco da parte mia sperare -dopo aver ascoltato e poco apprezzato l'EP che lo ha preceduto- che il sesto lavoro sulla lunga distanza di Dave Jason aka Schwarzer Engel, questo "Kult der Krähe" edito da Massacre Records, si discostasse dai suoi predecessori.

Il "Signore dei Corvi" ci propina ancora una volta il suo dark/gothic metal pomposo ed abbastanza pacchiano, ipervitaminizzato da un uso abnorme di synth ed elettronica, cantato nella sua lingua madre.
Capisco che formula che vince non si cambia ma francamente 6 dischi in fotocopia rappresentano una pietra tombale su qualsiasi aspirazione di grandezza o di evoluzione musicale che rappresenta (o dovrebbe rappresentare) il fine ultimo di ogni artista.

Le cose migliori erano state dette nelle due tracce uscite in precedenza, "Sinnflut" e "Futter fur die See", che ciascuna a modo suo, presentava qualche spunto interessante; ahimè purtroppo le restanti canzoni ne ricalcano pedissequamente sonorità, struttura e caratteristiche ritmiche perciò diventa realmente complicato trovare appigli su cui soffermarsi a riflettere o di cui entusiasmarsi.
Addirittura patetica la traccia con refrain in italiano intitolata "Viva la musica": non vado oltre perchè dovrei diventare sboccato.

Nel flyer di presentazione si sostiene che i nostri sarebbero influenzati dal melodic death metal e dal symphonic metal: sarò sordo o troppo esigente ma non ravviso alcun punto di contatto con questi generi musicali.
Aggiungo poi che la produzione, in modo indubbiamente voluto, relega in secondo piano tutta la sezione ritmica e le chitarre indebolendo ulteriormente l'impatto su chi ascolta.

In tutta onestà, ed escludendo i fans incalliti ai quali piacerà a prescindere, non riesco ad immaginare come un disco del genere possa arricchire la cultura musicale di ciascuno.
Francamente superfluo. Tenetene conto prima di premere play sul video di seguito.

Schwarzer Engel - "Krähen an die Macht"




Recensione a cura di Alessandro Zaina

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