Copertina 8

Info

Genere:Death Metal
Anno di uscita:2017
Durata:54 min.
Etichetta:Lifeforce Records

Tracklist

  1. WISH OF AUTUMN TWILIGHT
  2. DARK EARTH
  3. AS THE VEIL FADES
  4. BLACK SAILS
  5. SEEDS OF DECEPTION
  6. SHADE OF THE SUN
  7. CLOUDS GATHERING
  8. THE RAIN
  9. THE PATH

Line up

  • Panos Leakos: bass, vocals
  • Nikos Parotidis: drums
  • Angelos Maniatakos: guitars
  • Giorgos Evgeniadis: guitars

Voto medio utenti

Periodicamente sento ripetere da più parti il refrain: "Il melodic death metal (sostituite pure con il genere che più vi aggrada) è morto, ormai è stato detto tutto quello che c'era da dire ed anche le bands storiche cercano nuove soluzioni" ed altrettanto puntualmente a smentire gli insopportabili soloni del SO-TUTTO-IO esce una band da qualche remoto angolo del pianeta a rovesciare la meritata valanga di letame su queste improvvisate cassandre.

Questa volta -a guidare il camion del guano- sono gli ellenici Aetherian che dopo 3 singoli ed un EP sfornano come un fulmine a ciel sereno questo masterpiece dal titolo (splendido) "The Untamed Wilderness".
Il quartetto di Atene si era segnalato all'attenzione dei più attenti ricercatori musicali, come un vero e proprio "fenomeno da Youtube", in quanto aveva pubblicato nel 2016 il video autoprodotto del brano "The Rain" riscuotendo in breve tempo un successo strabiliante.

Contro ogni pronostico il video aveva collezionato più di 200.000 (duecentomila) visualizzazioni in tre mesi, giungendo in meno di un anno alla cifra sbalorditiva -per una band praticamente sconosciuta- al numero monstre di un milione e mezzo di utilizzatori!! (il potere del passaparola è sempre sottovalutato...)
A questo punto la sempre attenta Lifeforce li ha accolti ed il resto è questo album che andiamo a commentare.

Il suono degli Aetherian è pieno, completo sotto ogni punto di vista, sorprendentemente maturo e ricco di sfaccettature, caso davvero raro considerando che parliamo di un debut album; i nostri hanno creato un loro suono peculiare pur restando debitori a gruppi come Insomnium, Be'lakor (prima o poi qualcuno mi spiegherà perchè sono così sottovalutati) ed Anterior.
A questo si aggiunge un songwriting complesso che utilizza la natura ed i suoi fenomeni come metafora per la vita umana.

I 9 brani di "The Untamed Wilderness" si susseguono passandosi il filo del discorso come a formare un unico corpo pur conservando una propria profonda identità: l'intro "Wish of Autumn Twilight" alterna momenti eterei a scoppi di furia incontrollata con una forma canzone insolita ed accattivante, presentando il refrain in coda al brano e caratterizzandolo da un continuo assalto a colpi di blast beats.
Blast beats che quasi senza soluzione di continuità proseguono nella successiva "Dark Earth" sciogliendosi poi in una combinazione strofa-bridge davvero struggente nei suoi intrecci melodici.

"As the Veil Fades", "Black Sails", "Seeds of Deception" con il suo incedere melodico e nostalgico proseguono il disco in un crescendo di potenza, ritmiche incalzanti e passaggi acustici che non fanno calare di una virgola la tensione che tiene chi ascolta avvinto a questo platter.
Meravigliosa la seguente "Shade of the Sun" che grazie alla una prova monumentale del vocalist Panos Leakos ed all'abilità dei due chitarristi Maniatakos ed Evgeniadis, riesce a sembrare quasi leggera pur mantenendo per quasi 7 minuti una costante aggressività.
"Clouds Gathering", un brano totalmente strumentale, ci mostra anche l'altra anima che convive negli Aetherian, un'anima quasi delicata nel toccare con le note le emozioni di chi ascolta.

Chiudono il disco appunto "The Rain" e "The Path" che rimangono ad un tale livello da invogliare immediatamente al riascolto di tutto il lavoro.
Che dire ancora? Non vi resta che regalare a questi ragazzi greci un'ora del vostro tempo, vi assicuro che sarà ben speso.
Agli uccelli del malaugurio di cui parlavo all'inizio invece dico di continuare con le loro sentenze: se portano a dischi come questo forse hanno una qualche utilità dopotutto.

Aetherian - "Seeds of Deception"


Recensione a cura di Alessandro Zaina

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