Lüüp - Canticles of the Holy Scythe

Copertina SV

Info

Anno di uscita:2017
Durata:37 min.
Etichetta:I, Voidhanger Records

Tracklist

  1. ΓΙΑΤΊ ΕΊΝΑΙ ΜΑΎΡΑ ΤΑ ΒΟΥΝΆ (WHY ARE THE MOUNTAINS BLACK)
  2. 9°=2° (ΚΌΓΞ ὈΜ ΠᾺΞ)
  3. THE GREATER HOLY ASSEMBLY (HA IDRA RABBA QADISHA)
  4. NOCTIVAGUS (APPARITION OF DEATH)
  5. STIBIUM (TRIUMPH OF DEATH)
  6. ЗОНА (MORS CONSOLATRIX)

Line up

  • Stelios Romaliadis: flute, devices
  • Sakis Tolis: vocals
  • Bjørn “Aldrahn” Dencker: vocals
  • Sofia Sarri: vocals
  • Anna Linardou: vocals
  • Xenia Rodotheatou: vocals
  • Fotini Kallianou: cello
  • Fotis Siotas: viola, violin
  • Dimitris Kakavoulis: piano
  • Ourania Lampropoulou: santouri
  • Marios Kapilidis: bassoon
  • Yannis Iliakis: percussion
  • Panayotis-Daniel Arapoglou: viola
  • Sofia Efkleidou: cello
  • Lina Triantafyllou: cello
  • Konstantinos Sifakis: double bass

Voto medio utenti

I Lüüp sono una sorta di gruppo internazionale che gira intorno alla figura del poli strumentista greco Stelios Romaliadis e NON centrano assolutamente niente con la musica Metal.
Chiariamolo subito, così chi non ha tempo da perdere può smettere subito di leggere.

Ora vi starete chiedendo: se i Lüüp non sono un gruppo metal perchè vengono recensiti sul nostro portale?
Semplice, la loro etichetta è la I, Voidhanger Records che, di solito, tratta musica estrema, di qualità aggiungo io, e quindi, almeno per me, era doveroso farvi conoscere questo progetto che, giusto per definire l'ambito, propone una sorta di musica da camera, molto oscura, caratterizzata da un approccio esoterico e basata su strumenti classici come viola, violoncello, violino, flauto e contrabbasso.
"Canticles of the Holy Scythe", terzo lavoro per il buon Romaliadis, è un album breve (meno di quaranta minuti) ricco di ospiti alle vocals, tra gli altri anche Sakis dei Rotting Christ e Bjorn Denker dei DHG (il feeling maligno è dunque assicurato), al sapore di incenso, mistico e quasi sciamanico nel suo incedere pacato, ma sinistro, e inquietante tanto che l'atmosfera creata potrebbe essere assimilata a quella di qualche gruppo con il volto dipinto di bianco... A parte questo, tra soffici pianoforti, note di flauto, mantra vocali (che a me hanno ricordato la "serpenta" Diamanda Galás) ed inserti elettronici, l'album scorre diretto senza annoiare mantenendosi, lo sottolineo di nuovo, ad anni luce di distanza da tutto quello che un comune rocker potrebbe apprezzare.
Se, dunque, volete qualcosa di diverso dai vostri soliti ascolti, se avete un animo da musica classica, se, comunque, non volete rinunciare al feeling nero avendo, invece, rinunciato alle chitarre, beh, questo album potrebbe interessarvi.
Va da se che qualora i Metallica fossero il vostro fronte ultimo di apertura mentale, i Lüüp non vi interesseranno per niente o, peggio, vi faranno schifo.
Lascio volontariamente il disco senza voto, ma vi invito a provare questa esperienza sonora: potreste scoprire che vi piace.
Recensione a cura di Beppe 'dopecity' Caldarone

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