Selcouth - Heart Is The Star Of Chaos

Copertina SV

Info

Genere:Avantgarde
Anno di uscita:2017
Durata:49 min.
Etichetta:I, Voidhanger Records
Distribuzione:Plastic Head / Code 7

Tracklist

  1. STRANGE BEFORE THE CALM
  2. NIGHTSPIRIT
  3. GAIA
  4. QUERENCIA
  5. HOPES AND LOST TREASURES
  6. BELOW HOPE
  7. SUNLESS WEATHER
  8. FLYING CANOPIES
  9. RUSTICUS

Line up

  • Joonas "Sovereign" Juntunen
  • Markus Liimatainen
  • Aymeric Thomas
  • Meltiis
  • Juuso Juntunen
  • Mikko Nuorala
  • Vincent "Slo" Cassar
  • Andres Ruiz
  • Oscar "Nightmarer" Martin
  • Ai Vihervaara
  • Milja Juntunen
  • Tuukka Myllymäk

Voto medio utenti

I Selcouth nascono nel 2013 e non sono un vero e proprio gruppo quanto, piuttosto, una sorta di collaborazione on-line tra artisti provenienti da varie parti del mondo come Finlandia, Spagna, Francia, Argentina e già coinvolti in tutta una serie di gruppi che fanno dell'avanguardia il loro modo di esprimersi.
Facile, quindi, capire come "Heart Is The Star Of Chaos", album di esordio di questo progetto, sia un lavoro assolutamente inclassificabile e votato alla pura ricerca sonora, e sperimentazione, piuttosto che alla costruzione di canzoni propriamente dette.
I Selcouth si muovono, approssimativamente, sulla scia di act quali Akphaezya Sleepytime Gorilla Museum, Ved Buens Ende, Solefald, Arcturus, Sigh, creando un suono dall'incedere jazzato che vira dal metal al rock anni 70, dal teatro al dark, da accenti estremi a pura e semplice improvvisazione, con l'intento, evidente, di non fornire alcun punto di riferimento e di cercare di stupire ad ogni passaggio, obiettivo che i Selcouth centrano perfettamente perché "Heart Is The Star Of Chaos" è, letteralmente, un album da mal di testa, nel quale è impossibile riconoscersi a meno di essere completamente folli.
Proprio la follia ed una spiccata propensione alle atmosfere da teatro d'avanguardia sono le uniche costanti di un lavoro che, altrimenti, è in continuo divenire pieno di traiettorie storte, di vocalizzi, maschili e femminili, mai uguali e sempre schizzati, di notevole perizia strumentale e di tanta, tanta, passatemi il termine, assurdità, come se i musicisti avessero voluto riversare nell'album ogni più piccola idea passasse loro per la mente senza seguire uno schema, ma basandosi solo sulla venerazione proprio dell'assurdo!
Il disco mi è piaciuto?
Non lo so.
A voi piacerà?

Necessario assolutamente in Senza Voto.
Recensione a cura di Beppe 'dopecity' Caldarone

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